nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario

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VIVERE INSIEME
INTRODUZIONE ALLE CULTURE COMUNITARIE
VIVERE INSIEME
REPORTAGE DA AUROVILLE
REPORTAGE DA AUROVILLE


La Comunità di Adventure di Auroville

Adventure è una Comunità intenzionale, nel senso che raggruppa un numero di persone che hanno deciso di condividere uno spazio e un tempo sia fisico che spirituale.
È situata nella cosiddetta Green Belt di Auroville, la cintura verde dedicata al rimboschimento, all'agricoltura, al verde.  Nonostante ciò è molto vicina al centro della township Auroville, al Matrimandir, al Visitors' Center, alla Solar Kitchen, inoltre contigua al villaggio Tamil di Edyanchavadi e attigua alla Udavi School, la prima scuola di Auroville (in senso temporale).
Fisicamente viviamo in alloggi chiamati "capsule", abitazioni tradizionali di questa zona, fatte di legno con il tetto di foglie di palma o cocco, aperte ai quattro lati con portelloni triangolari, in qualche caso  con la parte inferiore in muratura.
Comunque ogni abitazione è differente, alcune hanno il "dojo" esterno o una cucina o un laboratorio, tutte i servizi esterni, tutte a una certa distanza e non a vista una dall'altra, immerse naturalmente nel verde. Servizi in comune sono la cucina, un ufficio chiuso in muratura da cui ci colleghiamo ad internet con un sistema centralizzato, un dojo detto Ganesha dove ci riuniamo regolarmente per meditare insieme, cantare bhajans un paio di volte la settimana, tenere riunioni per organizzare i lavori e le decisioni comuni, e fare il cosiddetto sharing settimanale.
Lo sharing, che in inglese vuol dire condivisione, è un momento molto importante, solitamente il giovedì sera dopo cena, alle 8, ci riuniamo nel dojo (una grande capanna di forma ottagonale aperta su tutti i lati) con al centro un piccolo mandala di fiori e candele, incenso e le foto dei Maestri, ma anche con altre simbologie non solo indiane. Dopo una breve meditazione o concentrazione collettiva e il canto di un om, cerchiamo di aprire i nostri cuori agli altri, partendo dagli avvenimenti della settimana, ma non necessariamente, cercando di comprendere e farci comprendere, aprendosi appunto, e condividendo le nostre sensazioni, positive o negative del momento, cercando diContinua...

IL DONO DEL VECCHIO RABBINO
IL DONO DEL VECCHIO RABBINO
Il “Dono del vecchio rabbino” racconta la storia di un monastero in decadenza nel quale vivevano quattro anziani monaci e l’abate i quali erano molto preoccupati per la fine del loro ordine monastico.
Nei boschi intorno al monastero si trovava una capanna usata ogni tanto come eremitaggio da un rabbino.
Dopo anni di preghiere, contemplazioni e meditazioni, il gruppo dei monaci aveva sviluppato una certa sensibilità e percepivano la presenza del rabbino quando era presente nella capanna-eremo.
L’abate, afflitto e addolorato per la situazione difficile del suo monastero decide di chiedere consiglio al rabbino.
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ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI
ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI di Lex Veelo

La conferenza internazionale sugli ecovillaggi è stata una meravigliosa opportunità per conoscere realtà in Giappone che intendono attuare progetti per la creazione di ecovillaggi. Ci era stato detto che la gente in Giappone un tempo aveva un forte senso della comunità nei loro migliaia di villaggi rurali e nei quartieri cittadini. Avevano anche un antico e sacro, senso di comunione con la natura, in particolare con gli alberi e con le foreste. Il Giappone infatti è ancora oggi riuscito a conservare il 66% della loro nazione insulare con la foresta, che rappresenta una cifra impressionante se si considera che la forte pressione di cancellare le foreste per ottenere aree coltivabili sempre maggiori ed alimentare la popolazione in aumento.
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Progetti e realtà comunitarie


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COMUNITA' ECOVILLAGGI E COHOUSING
COMUNITA' ECOVILLAGGI E COHOUSING


di Manuel Olivares

Di seguito l’introduzione al testo Comunità intenzionali, ecovillaggi e cohousing, di recentissima pubblicazione

Sono passati otto anni dalla pubblicazione dell’ultimo testo che ho scritto sull’universo comunitario, nel corso dei quali non si può certo dire il mondo non abbia assistito a rilevanti cambiamenti. Banale dire che — oggi più che nel 2010 — il mondo appare progressivamente più interconnesso.In Europa stiamo assistendo ad un maggiore assortimento della popolazione, in virtù di consistenti flussi migratori dall’Asia e dall’Africa, il cui rapido sviluppo non sta, sfortunatamente, contribuendo a colmare il divario tra ricchi e poveri, al contrario (leggendo il Times of India di oggi — 24/1/2018 — di stanza a Varanasi, nell’India del nord, emerge il dato per cui l’uno per cento della popolazione indiana detiene circa il 73% della ricchezza nazionale 1; un capolavoro!).Ad essere ferocemente più precisi, citando l’economista-premio Nobel bangladesho Muhammad Yunus (conosciuto anche come il banchiere dei poveri), recentemente autore di Un mondo a tre zeri; come eliminare definitivamente povertà, disoccupazione e inquinamento:«Secondo quanto pubblicato dall’Oxfam nel 2010, le 388 persone più ricche al mondo possedevano una ricchezza superiore a quella di tutta la metà inferiore della popolazione — ovvero, secondo le stime, di 3,3 miliardi di esseri umani.Quell’anno questo dato statistico fu considerato allarmante, e come tale circolò in tutto il mondo. Da allora, però, il problema è peggiorato ulteriormente, e non di poco.
Nel gennaio 2017, l’Oxfam ha annunciato che il gruppo degli ultraprivilegiati che possiede una ricchezza superiore a quella di tutta la metà inferiore della popolazione mondiale si è ristretto a soli otto individui — anche se il numero delle persone che costituiscono la metà inferiore è cresciuto fino a raggiungere i 3,6 miliardi circa. I quotidiani hanno pubblicato le fotografie di queste otto persone. Sono figure ben note e rispettate — leader d’azienda americani come Bill Gates, Warren Buffett e Jeff Bezos, e alcuni anche di altri paesi, come lo spagnolo Amancio Ortega e il messicano Carlos Slim Helù.Nell’allargarsi vergognoso del divario tra gli otto ultraprivilegiati e miliardi di diseredati, la nostra Europa, come si accennava, sta diventando, ogni giorno di più, un caleidoscopio di etnie e religioni diverse e si prevede (dati del Pew Research Center) che, nel lasso di un paio di generazioni, l’Islam diventerà la prima religione del pianeta mentre, nel lasso di una sola generazione, paesi come il Belgio e l’Olanda potrebbero trovarsi ad avere la maggioranza dei propri abitanti di religione musulmana. L’economia reale, a livello planetario, viene quotidianamente fagocitata da quel fenomeno inquietante conosciuto come “finanza”, Continua...

COABITANDO
COABITANDO Non è la comune degli anni Settanta ma risponde a un rinnovato bisogno di socialità quotidiana: è la nuova possibilità abitativa chiamata 'cohousing', un concetto che unisce il vantaggio di avere una propria casa da rendere un 'rifugio' dal mondo esterno con quello di vivere una vita relazionale soddisfacente, merce sempre più rara nella società disgregata in cui viviamo. Un concetto nato all'inizio degli anni Ottanta in Danimarca, dove ha dato vita alle prime esperienze, e che da lì si è esteso al resto della Scandinavia, agli Stati Uniti, all'Inghilterra, al Canada, all'Australia e al Giappone. E che ora sta prendendo forma anche in Italia, grazie all'iniziativa di realtà che si occupano di studiare e promuovere la realizzazione di una tipologia di gestione dell'abitare che recupera la dimensione della condivisione degli spazi e del mutuo soccorso propria di un mondo rurale e invece estranea, fino a ora, al mondo urbano e industrializzato. Queste realtà sono attualmente quattro, tutte aderenti all'Istituto nazionale di studio e di promozione del cohousing (Ispco), e i loro nomi rimandano tutti in maniera più che esplicita alla loro finalità principale: Cohousing.it, CoHabitando, Coabitare ed Eco-abitare. Implicito nel nome di quest'ultima il richiamo all'istanza ecologista, che in questo caso come in quello di 'CoHabitando' è elemento imprescindibile nella progettazione delle unità abitative, improntata alla sostenibilità ambientale (concetto comunque generalmente abbracciato da chi si avvicina al mondo del cohousing, che presupponendo un rispetto per gli altri 'impone' anche, idealmente, l'attenzione alla salvaguardia del mondo) e al risparmio energetico.
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BRAZIERS PARK
BRAZIERS PARK Brazier’s Park è una comunità, un istituto universitario residenziale e un tesoro architettonico nascosti in profondità nella campagna del sud dell’ Oxfordshire in una zona dalla bellezza naturale eccezionale. È stato fondato in 1950 come progetto di fiducia nell’educazione ed è un esperimento continuo sui vantaggi e i problemi di vivere in gruppo. Il terreno è di 55 acri con orto organico e animali di cui si occupano le persone residenti e i volontari di tutto il mondo. Brazier’s Park esplora una modo di vivere come coesistenza consapevole… Tentiamo di creare uno spazio che permetta alla gente di integrare sia l'apprendimento che l'insegnamento e di trovare e sviluppare pienamente le propria capacità in tutti gli aspetti - intellettuali, fisici, emozionali e spirituali. Ci sforziamo di capire in maniera più profonda le nostre relazioni tra noi e con la natura e la società, di modo che possiamo cooperare per intraprendere scelte più costruttive nel mondo oggi. Brazier’s Park offre corsi, una sede affascinante per eventi, laboratori, ritiri, possibilità di ospitalità con vitto e alloggio con diverse modalità, compresa quella del bed and breakfast o del campeggio ecologico.
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IL VILLAGGIO DEL SOLE
IL VILLAGGIO DEL SOLE Il Villaggio del sole è una proprietà privata in cui vivono attualmente solo alcune persone che portano avanti un progetto che piano piano si realizza sempre in nuovi aspetti. Alcune persone vivono in pianta stabile ed altre in maniera più saltuaria, ma tutte lavorano concretamente alla realizzazione di un eco villaggio naturista con la speranza di poter sperimentare un modo di vivere che sia sostenibile, naturale e sereno, nel tentativo di tornare ad instaurare l’armonia originaria tra gli uomini e l’ambiente circostante attraverso stili di vita naturali. Non si tratta di un progetto incentrato sulla politica, la religione o sulle istituzioni gerarchiche, ma cerca di dare ulteriore spazio alla dimensione spirituale, alla libertà e al senso di responsabilità. Attraverso un accordo con l'Associazione di Promozione Sociale AssoNatura ospitano la loro sede operativa e le loro attività, che sono riservate ai soci, come previsto dalla legge nazionale n. 383/2000.
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L'IMPORTANZA DI UNA VISIONE COMUNITARIA
L'IMPORTANZA DI UNA VISIONE COMUNITARIA

di Diane Christian Leaf

Era un periodo di crisi nella comunità che chiamerò Willow Blend. Questa piccola comunità nelle campagne del Midwest iniziò le sue attività all'inizio degli anni '90 senza una visione né una dichiarazione d'intenti. Questo significa che non avevano un'oggettivazione condivisa del futuro che desideravano, nessun accordo su “perché siamo qui” che unisse i membri della comunità e li ispirasse a lavorare verso la realizzazione delle loro ambizioni. Poi ci fu il crollo del mercato di giocattoli di legno che loro producevano e che rappresentavano la fonte primaria di reddito della comunità.
Dall'oggi al domani persero quasi la metà della loro base di reddito annuale. Sotto la forte pressione della situazione finanziaria, il gruppo teneva riunioni lunghissime per decidere il da farsi. Sfortunatamente, i membri di Willow Blend avevano idee molto diverse sugli scopi della comunità. “Siamo qui per mostrare alla gente che esiste uno stile di vita frugale che è anche economicamente funzionante”, sosteneva Tom “In qualche modo dobbiamo recuperare le perdite”.
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L'OSPITALITA' SOCIALE DI "MACINARSI"
L'OSPITALITA' SOCIALE DI di Stefania Parmeggiani

Berenice è cresciuta in cucina, allevata tra il lavandino e il forno. Ora che pesa circa 6 quintali divide 80 ettari di pascolo con altre 29 mucche. Sono poche, pochissime, quanto basta perché allevarle non alteri l’equilibrio ambientale. Con il loro ruminare, al fianco di qualche capretta tibetana e di poche pecore, i bovini della fattoria Macinarsi rispettano l’ecosistema, producono carne di qualità con tanto di certificazione biologica e si mantengono al di sotto della soglia di decrescita… Berenice e le altre sono una “ mandria allo stato semibrado”, il cuore di una fattoria ecologica, nata nel ventre della Val di Taro, dalla passione per la campagna di un progettista del verde con un passato da duro e puro dell’ecologia. Antonio Cammarota è nato e cresciuto ad Arese, in provincia di Milano, ha iniziato a disegnare e progettare giardini privati, ma a 25 anni si è accorto che la città non era la sua dimensione: troppe persone di corsa, poco tempo per sognare e vivere, asfalto e inquinamento, bisogni indotti e morsa del consumismo: “Non faceva per me”. I genitori avevano una casa sulle colline di San Martino: l’abitazione più vicina a un chilometro e mezzo, una strada dissestata e in salita per arrivarci, terreno fertile a perdita d’occhio.
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CREARE COMUNITA' URBANE
CREARE COMUNITA' URBANE Prove tecniche di comunita' urbana del buon vivere è il titolo del ciclo di incontri e laboratori che l’associazione Spiazzi – gruppo SpiazziVerdi di Venezia ha organizzato dal 26 febbraio al 6 giugno 2010, in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Venezia e il sostegno dell’Amministrazione IRE Residenza delle Zitelle e l’associazione Laguna nel bicchiere. SpiazziVerdi è un gruppo di cittadini che ha lo scopo di promuovere, attraverso la coltivazione degli spazi verdi ancora esistenti dentro la città, una comunità conviviale capace di ricucire le scissioni sempre più accentuate fra ambiente urbano e natura, fra produttori e consumatori, fra individui e comunità locale. Un gruppo che, relazionandosi con la terra, con le persone e con la città, intende contribuire alla riqualificazione dello spazio naturale e sociale, proponendo la coltivazione e la cura diretta da parte dei cittadini di appezzamenti di terreno, la riqualificazione di spazi verdi abbandonati, l’adozione di stili di vita ecosostenibili e il recupero della biodiversità e delle tradizioni locali.
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EVA: ECO VILLAGGIO AUTOCOSTRUITO
EVA: ECO VILLAGGIO AUTOCOSTRUITO Pescomaggiore prima e dopo Pescomaggiore è un piccolo borgo di origini altomedioevali alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga, ad una decina di chilometri da L’Aquila. Il sisma del sei aprile ha distrutto buona parte delle abitazioni e del patrimonio storico-culturale. Il 6 aprile alle 3 e 32 anche noi abbiamo perso la casa. I tempi lunghissimi dell’emergenza e della ricostruzione rischiano di portare all’abbandono del paese, già semi-spopolato dall´emigrazione. Invece di attendere abbiamo preferito rimboccarci le maniche, per poter continuare ad abitare la nostra terra ed il nostro paese, per ricostruirlo da subito insieme ad un futuro comune. Come nasce il progetto EVA Una parte di residenti e di oriundi, già prima del terremoto, aveva dato vita al Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore, per migliorare la qualità della vita e recuperare l’abitato storico con campagne di informazione, attivando processi partecipativi ed avviando microprogetti nel campo dell’agricoltura, del turismo e della convivialità artistica.Dopo il sei aprile il Comitato ha deciso, coerentemente con il proprio obiettivo diventato emergenza, di realizzare un villaggio autocostruito e autofinanziato per consentire a più famiglie possibili di Pescomaggiore di restare a vivere nel loro paese.
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VILLAGGIO VERDE DI CAVALLIRIO
VILLAGGIO VERDE DI CAVALLIRIO Il Villaggio Verde è un ecovillaggio fondato all'inizio degli anni '80 da Bernardino del Boca, noto utopista e spiritualista, nonché artista, antropologo e filosofo, fondatore della Casa Editrice L' Età dellAcquario e dell' omonima rivista bimestrale e scomparso nel 2001. E' aperto tutto lanno ai visitatori, che possono essere anche ospitati in cambio di lavoro secondo il modello del WWOOF (Willing Workers in Organi Farms Lavoratori Volontari nelle Fattorie Biologiche). Aderisce alla Rete Italiana dei Villaggi Ecologici (RIVE) e al Global Ecovillage Network (GEN-Europe). l modello di vita proposto consiste nell’imparare a vivere mettendo in pratica gli insegnamenti racchiusi nel Vangelo, che si possono riassumere nel non giudicare ma comprendere e amare gli altri come noi stessi. Il Villaggio Verde é sorto oltre 15 anni fa nel comune di Cavallirio, su un territorio agricolo di circa 10 ettari acquistato dalla VI.VE.CA. Società cooperativa a.r.l. a proprietà indivisa. La cooperativa, tra le attività in statuto, svolge un’attività agricola di natura biologico-sperimentale, oltre ad attività artistico-artigianali e di ricerca spirituale. Attualmente vivono sul territorio una decina di famiglie. Almeno un membro per ogni famiglia svolge un’attività esterna al Villaggio al fine di assicurarsi un reddito proprio, mentre qualcuno vive della pensione. La VI.VE.CA. comprende circa 40 soci.
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COHOUSING: I PROGETTI ITALIANI
COHOUSING: I PROGETTI ITALIANI Uno dei più importanti è quello avviato dalla cooperativa Numero Zero, nata da CoAbitare, un’associazione costituita nel 2007 con l’intento di promuovere e diffondere il modello di cohousing in Italia. La cooperativa, costituita da 6 nuclei familiari, ha acquistato, per un valore di 2 milioni di euro, una palazzina in Via Cottolengo 4, nel multietnico e vivace quartiere Porta Palazzo di Torino. Il gruppo sta ora procedendo alla cosiddetta progettazione partecipata, nella quale tutto viene deciso insieme, dalle questioni economiche all’organizzazione degli spazi comuni. La ristrutturazione del palazzo punterà all’utilizzo di soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili: pannelli solari per l’acqua calda, impianti di ventilazione interni, coibentazione delle pareti ecc…Il tutto a favore di un risparmio energetico e di una riduzione dei consumi. Sorto al centro di Torino, Numero Zero risulta essere un pò atipico rispetto al classico modello di cohousing, che prevede comunità residenziali costituite da 20-40 alloggi situati in aree sub urbane o in campagna. Tuttavia, esso conserva pienamente lo spirito di integrazione sociale e di compatibilità ambientale proprio del cohousing. Un altro progetto di coresidenza particolarmente attento all’ambiente è il Greenhouse, in corso di progettazione nel quartiere Lambrate di Milano che sarà pronto nel 2012.
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COHO ECOVILLAGE: NATURA E CONDIVISIONE
COHO ECOVILLAGE: NATURA E CONDIVISIONE C'è un luogo comune che recita: "l'America è avanti di 20 anni", ma se vogliamo fermarci e giudicare solo l'aspetto superficiale di quanto andiamo a consederare, qualcuno potrà "storcere il naso". Abbiamo già affrontato il tema del Co-housing, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad una vera e propria comunità, un villaggio composto da persone che condividono la stessa filosofia. Le biciclette sono il mezzo di trasporto principale all'CoHo Ecovillage di Corvallis nell'Oregon. Il sole, il vento e la pioggia, uniche fonti di energia, regolano lo scorrere naturale delle stagioni. Quando c'è aria di tempesta tutti si preparano per incanalare l'acqua che il cielo manda giù e riutilizzarla per usi domestici o per innaffiare l'orto. L'acqua e l'energia sono risorse da condividere. Del resto in questo ecovillaggio nel sud dell'Oregon, ogni cosa ha un valore aggiunto. Dalla conservazione della foresta alla salvaguardia dell'habitat naturale. Dalle case costruite vicinissime tra loro per ridurre l'impatto sull'ambiente, all'orientamento che sfrutta al massimo la ventilazione naturale e l'energia solare. Fino alle tecniche ecosostenibili usate per illuminare le strade o per riciclare rifiuti organici e non. Tutte le case sono riscaldate con l'energia solare. I materiali usati per i pavimenti di bagni e cucine sono di linoleum naturale senza l'uso di colle dannose.
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VRIN: LA CONDIVISIONE REINTERPRETATA
VRIN: LA CONDIVISIONE REINTERPRETATA di Massiliano Zigoi, architetto

Le città sono i luoghi dove il cohousing è nato come risposta ad un’esigenza di socialità perduta, permettendo la condivisione di spazi ed emozioni con altre persone insieme alle quali si sceglie di vivere. La nascita di legami forti in una comunità però sono da far discendere dalla tradizione di reciproca mutualità dei villaggi contadini, anche in ambito alpino. Le trasformazioni economiche che si sono avute nel tempo hanno però espulso verso la periferia del territorio queste comunità, e come conseguenza anche gli stessi villaggi hanno dovuto reinterpretare secondo una logica contemporanea il loro essere, pena la sparizione a causa dello spopolamento. E’ questo il caso di Vrin, paese del Cantone dei Grigioni, in Svizzera che conta 277 abitanti, da sempre sostenutosi autonomamente con una struttura economica basata sulla cooperazione tra gli abitanti che produceva reddito grazie all’agricoltura ed all’allevamento di bestiame.
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ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI
ESPERIMENTI GIAPPONESI PER NUOVE GENERAZIONI di Lex Veelo

La conferenza internazionale sugli ecovillaggi è stata una meravigliosa opportunità per conoscere realtà in Giappone che intendono attuare progetti per la creazione di ecovillaggi. Ci era stato detto che la gente in Giappone un tempo aveva un forte senso della comunità nei loro migliaia di villaggi rurali e nei quartieri cittadini. Avevano anche un antico e sacro, senso di comunione con la natura, in particolare con gli alberi e con le foreste. Il Giappone infatti è ancora oggi riuscito a conservare il 66% della loro nazione insulare con la foresta, che rappresenta una cifra impressionante se si considera che la forte pressione di cancellare le foreste per ottenere aree coltivabili sempre maggiori ed alimentare la popolazione in aumento.
REPORTAGE DA AUROVILLE
REPORTAGE DA AUROVILLE


La Comunità di Adventure di Auroville

Adventure è una Comunità intenzionale, nel senso che raggruppa un numero di persone che hanno deciso di condividere uno spazio e un tempo sia fisico che spirituale.
È situata nella cosiddetta Green Belt di Auroville, la cintura verde dedicata al rimboschimento, all'agricoltura, al verde.  Nonostante ciò è molto vicina al centro della township Auroville, al Matrimandir, al Visitors' Center, alla Solar Kitchen, inoltre contigua al villaggio Tamil di Edyanchavadi e attigua alla Udavi School, la prima scuola di Auroville (in senso temporale).
Fisicamente viviamo in alloggi chiamati "capsule", abitazioni tradizionali di questa zona, fatte di legno con il tetto di foglie di palma o cocco, aperte ai quattro lati con portelloni triangolari, in qualche caso  con la parte inferiore in muratura.
Comunque ogni abitazione è differente, alcune hanno il "dojo" esterno o una cucina o un laboratorio, tutte i servizi esterni, tutte a una certa distanza e non a vista una dall'altra, immerse naturalmente nel verde. Servizi in comune sono la cucina, un ufficio chiuso in muratura da cui ci colleghiamo ad internet con un sistema centralizzato, un dojo detto Ganesha dove ci riuniamo regolarmente per meditare insieme, cantare bhajans un paio di volte la settimana, tenere riunioni per organizzare i lavori e le decisioni comuni, e fare il cosiddetto sharing settimanale.
Lo sharing, che in inglese vuol dire condivisione, è un momento molto importante, solitamente il giovedì sera dopo cena, alle 8, ci riuniamo nel dojo (una grande capanna di forma ottagonale aperta su tutti i lati) con al centro un piccolo mandala di fiori e candele, incenso e le foto dei Maestri, ma anche con altre simbologie non solo indiane. Dopo una breve meditazione o concentrazione collettiva e il canto di un om, cerchiamo di aprire i nostri cuori agli altri, partendo dagli avvenimenti della settimana, ma non necessariamente, cercando di comprendere e farci comprendere, aprendosi appunto, e condividendo le nostre sensazioni, positive o negative del momento, cercando diContinua...

RAINBOW GATHERING
PARTECIPAZIONE E’ LA CHIAVE

<b>RAINBOW GATHERING</b><br> <b>PARTECIPAZIONE E’ LA CHIAVE</b> Quelli che vedi intorno a te trasportare acqua, portare sulle spalle i rifornimenti, raccogliere legna da ardere, cucinare o pulire, separare i rifiuti o scavare per la cacca, mettersi a disposizione per il Centro Informazioni o l’area di parcheggio hanno imparato l’esoterico intimo segreto della Coscienza del Rainbow: ti diverti di più se contribuisci e se aiuti. Nessuno ha creato questo villaggio in questa regione selvaggia per noi, l’abbiamo fatto noi stessi. La nostra Madre Terra ha fornito questo posto; qualsiasi altra cosa tu veda si è manifestato non grazie a sublimi incantesimi ma grazie alle necessità delle persone. E’ inoltre il modo migliore per incontrare e conoscere la tua Famiglia.
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AUROVILLE, un sogno che diventa realtà
<b> AUROVILLE, un sogno che diventa realtà</b> La città di cui la Terra ha bisogno, laboratorio della nuova evoluzione

Mariagrazia De Cola

Questa città del futuro, che è sotto la protezione dell'Onu e dell'Unesco, è un tentativo di realizzare l'evoluzione verso un nuovo mondo, un nuovo essere, qualcosa che non è stato tentato prima.
Le ragioni della sua creazione sono intimamente connesse col pensiero e la filosofia di Sri Aurobindo, della Madre e dello yoga integrale.
E' in questa landa deserta vicino al mare, nel sud dell'India, a 160 km da Madras, che prende corpo la visione della Madre di un laboratorio d'evoluzione interiore ed esteriore.
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27 - 28 GENNAIO 2018 VICENZA - WORKSHOP MAPPA DELLE RELAZIONI
18 NOVEMBRE 2017 BOLOGNA - CONVEGNO ANCHE FUORI SI IMPARA
13 - 14 GENNAIO 2018 VICENZA - FACILITIAMOCI LA VITA - SEMINARI PER COMUNICARE CREARE E DECIDERE ASSIEME
31 OTTOBRE 2017 - CASTELLO DI PETROIA GUBBIO (PG) - BANCHETTO, FESTA MEDIEVALE E PERNOTTAMENTO
24 NOVEMBRE 2017 MILANO - SESSUALITA' DI COPPIA E FASI DI VITA
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