di Roberto Assagioli
Nel nostro esame dei “raggi spirituali” che scendono nella personalità, abbiamo parlato del senso morale, della conoscenza e della bellezza. Oggi parleremo di un altro raggio importantissimo: l’AMORE.
L’Amore è uno degli aspetti della vita più diffuso, uno dei sentimenti e delle attività più universali. Eppure è forse quello che è meno compreso, a riguardo del quale consistono ed esistono maggiori incomprensioni e confusioni, e vengono commessi gli errori più gravi, che sono fonte di molte complicazioni e sofferenze dolorose che travagliano la povera umanità. Quindi, è utile, anzi necessario, comprendere che cosa sia l’amore, per poi ben amare.
Le confusioni e gli errori esistenti al riguardo non devono troppo meravigliare, se si pensa che l’amore ha origine, natura e funzioni cosmiche, e che spesso è qualcosa di travolgente, che domina e sopraffà l’individuo; qualcosa che ha manifestazioni interiori ed esteriori diversissime e apparentemente contraddittorie. Vi è infatti l’amore fisico e l’amore spirituale; vi è l’amore che desidera, che attira a sé, e che assorbe; vi è un amore che limita e asservisce, e un altro invece che amplifica e libera. Vi è un amore in cui l’individuo sembra perdersi; vi è un amore invece in cui sembra ritrovarsi. Per poter portare un po’ d’ordine e di luce in questa confusione e in questi contrasti, occorre inserire l’amore nella grande concezione spirituale della vita di cui abbiamo fatto cenno. Solo così si potrà penetrare in qualche misura il mistero.
Ricordiamo - riferendola al nostro tema di oggi - questa concezione spirituale nelle sue grandi linee. Vi è un’unità originaria, non differenziata, l’assoluto, il trascendente, l’immanifesto. Da ciò è proceduta la manifestazione, la differenziazione che si può considerare la proiezione, l’emanazione e l’auto-obbiettivo del Supremo. Questo grande processo cosmico ha vari gradi. Il primo è quello della dualità; L’Uno diviene il due. Si produce così la prima fondamentale differenziazione di Spirito e materia; aspetto soggettivo e aspetto oggettivo; energia e resistenza, attività e passività, polo positivo e polo negativo, aspetto maschile e aspetto femminile. Finora si sta trattando del solo aspetto materia, oggettivo; si tratta quindi solo di qualcosa di indifferenziato, non della materia quale noi la conosciamo già differenziata. Si tratta proprio dell’aspetto originario primordiale, che si può chiamare rapporto fra i due.
Questi due grandi aspetti dell’essere non rimangono scissi, quasi indifferenti l’uno all’altro, ma avvengono degli scambi, delle azioni e reazioni, e l’effetto di questa attrazione vitale è la creazione, la manifestazione dell’universo quale noi la conosciamo, dell’universo cioè formato e concretato. Questo non si è formato in un attimo. Vi sono successive differenziazioni nel seno della creazione. Vi è stata l’oggettivazione dei piani, dei livelli di vita sempre più concreti e materiali, di stati di coscienza sempre più limitati. E a ogni livello, nuove e successive innumerevoli differenziazioni, fintanto che si è giunti allo stato attuale stato di divisione, di scissione, di dura separazione. Continua ...