di Giovanna Visini
Il riconoscimento recente da parte della psicologia dell'esistenza di molte linee evolutive della coscienza (cognitiva, affettiva, morale, interpersonale, creativa, psicosessuale, spirituale, ecc.) e la concezione del sistema dell'Io come il regolatore e l'armonizzatore dell'insieme di queste molteplici correnti permettono di iniziare una revisione e una correzione dello sviluppo psicologico che è stato, questo è innegabile, identificato con lo sviluppo cognitivo, lo sviluppo razionale dell'intelletto. Da Aristotele, attraverso la scolastica medioevale e fino a Kant e all.Illuminismo la ragione è considerata l'unica fonte della conoscenza. Quello che in Kant e Cartesio diventa palesemente esplicito, poiché con l'Illuminismo la società vede consapevolmente se stessa per la prima volta come società razionale (penso, dunque sono), era già in atto da secoli, in Occidente per lo meno dai tempi dei Greci.
Kant fonda la ragione come facoltà indipendente distinta dalle emozioni, dai sentimenti, dai desideri che non possono in alcun modo produrre conoscenza (su questo argomento si può vedere l'interessante libro di Victor J. Seidler, Riscoprire la mascolinità. Sessualità, Ragione, Linguaggio, Ed. Riuniti, 1989). Questo far coincidere in qualche modo coscienza o Io con la ragione e con il pensiero logico-deduttivo ha avuto conseguenze pesantemente negative, poiché tutto quello che non era pensiero razionale, quindi le altre linee di sviluppo come la sessualità, le emozioni, i sentimenti, i desideri, le intuizioni, la spiritualità era dissociato e represso (un.altra implicazione di questo è stato il fatto di considerare la razionalità come il punto d.arrivo dell.evoluzione della coscienza umana e non come una tappa evolutiva che può essere oltrepassata).
Inoltre, vari fattori si sono combinati per far sì che si producesse un cortocircuito patologico che ha fatto coincidere razionalità non solo con coscienza e consapevolezza del proprio Io, ma anche con mascolinità. A livello ontogenetico, cioè dello sviluppo psicologico individuale, l'identità maschile si forma faticosamente per differenziazione dalla madre e in generale dal .femminile., quindi per contrapposizione e opposizione (e solo in seguito per identificazione positiva con il maschile paterno, quando c'è e quando si può). L'Io maschile si forma grazie alla battaglia vinta contro il femminile, il bambino, cioè, arriva ad affermare, non sono una femmina.. Il fantasma della bisessualità è molto forte come dimostrano gli studi etnografici sui riti di passaggio e la ricerca psicologica. ...Continua...