di Larry Dossey
La scienza non può permettersi di escludere dalla medicina il significato, la mente e l’anima. Uno dei miei eroi è Mahatma Gandhi. Quando gli fu chiesto: “Signor Gandhi, cosa pensa della civiltà occidentale?” senza esitare egli rispose: “Credo che sarebbe un’idea eccellente!” Se qualcuno mi chiedesse: “Dossey, cosa pensa della medicina scientifica occidentale?” risponderei in maniera simile: “Credo che sarebbe un’idea eccellente”. Sfortunatamente non l’abbiamo ancora avuta, e il motivo per cui non abbiamo raggiunto ancora una medicina veramente scientifica è che non abbiamo ancora avuto né l’integrità né il coraggio di seguire la scienza ovunque ci porti. Abbiamo scremato la superficie, per così dire, e ci siamo focalizzati su risultati di ricerche che siano in accordo e armonia con le nostre propensioni e con le visioni del mondo preesistenti, e abbiamo lasciato inesplorata una parte molto più vasta di conoscenza.Pertanto il Dott. David Grimes ha potuto dire nel Journal of the American Medical Association che: “Gran parte, se non tutta la pratica medica contemporanea, è priva ancora di basi scientifiche”.
Questo ha avuto alcune conseguenze disastrose; dato che abbiamo trascurato una buona parte delle prove scientifiche, abbiamo drasticamente amputato certi concetti dalle nostre nozioni di salute e malattia, tra i quali troviamo gli effetti della coscienza, dei pensieri, atteggiamenti, emozioni, percezione dei significati, dell’anima, dello spirito e del cuore.
Non è difficile capire perché la maggior parte dei dottori finisce il proprio tirocinio pensando che niente sia “più elevato” del tessuto e delle cellule che costituiscono il corpo. Si potrebbero sezionare cadaveri all’infinito senza mai trovare traccia di mente o coscienza, per non parlare dell’anima o dello spirito. Dopo quattro, otto o dodici anni di orientamento verso il fisico, non è un caso che i medici siano arrivati a pensare, come ha detto un famoso neuro-fisiologo “il cervello è dove si svolge tutta l’azione” e, come ha detto un tempo Lord Bertrand Russell: “Quando morirò marcirò e niente del mio ego rimarrà”. Non si potrebbe trovare una sintesi migliore di questo triste punto di vista di quella data dall’astronomo Carl Sagan nel suo libro I draghi dell’Eden, per il quale le funzioni del cervello, ciò che talvolta chiamiamo mente, sono una conseguenza della sua anatomia, fisiologia e niente più. Questo punto di vista domina la bio-scienza occidentale. Viene espresso in modi che sembrano talvolta quasi umoristici, come nell’affermazione di Marvin Minsky esperto di intelligenza artificiale al MIT: “Che cos’è il cervello se non un computer fatto di carne? Continua...