Le cose sono unite da legami invisibili, non si può cogliere un fiore senza turbare una stella - Albert Einstein

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TU & IO
Incontro amicizia condivisione unione,
l'Amore e i suoi impedimenti
TU & IO
COME L'ALBERO DALLA TERRA
Come l'albero dalla terra
e dalla roccia l'acqua
dall'uomo l'amore
Danilo Dolci-1957
PER QUANTO STA IN TE
Kostantinos Kavafis

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te:
non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balia del quotidiano gioco
balordo degli incontri e degli inviti
sino a farne una stucchevole estranea.
QUANDO AMI
AMI TUTTO IL MONDO

Cecilia Chailly
Quando ami, ami tutto il mondo. E non solo le persone, anche gli animali, le piante, gli oggetti. L'amore non può essere un gioco di potere, e forse neppure una relazione, perché é uno stato d'animo autonomo, che comprende tutto....
Devo accettare di amarti incondizionatamente, perché solo così posso vivere questo sentimento che altrimenti mi corrode come un acido.Voglio alimentarmi dell'amore che ho per te, é la carica della mia esistenza, la linfa della mia vita che altrimenti é spenta. Amando te amo il mondo. E vorrei che il mondo partecipasse alla gioia del mio amore, e non importa se é solo mio né se il tuo preferirai darlo a qualcun altro....

da "Era dell'Amore"
ONDA DELL'AMORE
Cecilia Chailly
Se é vero che c'è un destino, se é vero che il pensiero e quindi i sentimenti esistono e si trasmettono, come é possibile che tu trovi qualcuno che tu ami più di me?
Il mio amore é la mia forza, con esso posso superare tutte le gelosie, tutte le necessità. A me basta amarti. E amando te amerò anche me, e tutti quelli che mi circondano. E cercherò solo l'amore, solo nei luoghi e nelle persone che mi permetteranno di tornare a vivere col sorriso sempre aperto...E il tuo spirito sarà con me, nel cerchio che con gli altri formeremo, e gireremo insieme nella ruota dell'amore cosmico che per sempre ci circonderà.

da"Era dell'Amore"
Aver bisogno

Se tu fossi incerta
ti sarei da guida
Se fossi impaurita
ti farei coraggio.
Se fossi debole
ti rafforzerei.
Se fossi smarrita
ti condurrei per la via.
Se fossi minacciata
potrei difenderti.
Se fossi triste
suonerei una musica pura.

Da sola, sarei tuo compagno
se poi, ti sciogliessi in lacrime
potrei asciugarle
con i miei capelli
e ricomporre il tuo sentimento.
Se fossi disperata
potrei darti Luce.

Io, sono l’altra parte
quella che non si svela mai
estremo bagliore
del momento grave.
 
Misteriosa paura
ti tiene allo specchio.
Tu forse conosci dagli altri,
Così forte, sicura e invulnerabile,
l’amore che si riceve
e nulla sai ancora
della preziosa bellezza
dell’amor che si dà.

P.I. 30-06-2005
IMPEGNO E MATRIMONIO: QUANDO EROS E' UN MISTERO
IMPEGNO E MATRIMONIO: QUANDO EROS E' UN MISTERO di Stuart Sovatsky

Nel mondo erotico, i voti e le premesse sono al servizio delle possibilità e delle potenzialità che possono sbocciare nei momenti condivisi di suspense, e non delle certezze e delle aspettative preconcette. Come si colloca quindi l'impegno in queste acque eraclitee? Proviamo a contattare questo mondo nel suo punto più vulnerabile: la nostra paura dell'amore e del rapporto. Il profondo valore della scoperta della nostra inadeguatezza in questo modo di prendere reciproco impegno erotico non sta nello stimolarci a fare meglio la prossima volta. Questo atteggiamento si adatta unicamente ai contratti legali e commerciali, modelli che hanno preso il controllo del matrimonio, nella pratica e attraverso i loro ben regolati vocabolari. Ma applicare queste forme formalizzate di impegno al rapporto erotico può portare gravi distorsioni. Similmente la psicologia popolare trasforma l'impegno in qualcosa “a cui lavorare”. È diventato un cerchio in cui uno dei due partner cerca di far saltare l'altro (o se stesso). Ma, nel mondo dell'eros-mistero, l'impegno non può essere un contratto, un'aspettativa di stabilità o un segno di “progresso” del rapporto.
Continua...
 categoria:

Le relazioni interpersonali


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MATRIARCATO NEOLITICO E GRANDE DEA COME FALSI ARCHEOLOGICI
MATRIARCATO NEOLITICO E GRANDE DEA COME FALSI ARCHEOLOGICI

di Massimo Izzo

La moderna archeologia ha definitivamente demolito varie fantasie di stampo religioso e sociologico relative al Neolitico: l’inattendibilità di Bachofen, l’ “ideologia” di Maria Gimbutas e l’inganno di James Mellaart sulla Grande Dea . Un vasto immaginario collettivo costruito senza prove, o falsificandole.
Uno degli argomenti che ha più stimolato l’interesse dei ricercatori e la fantasia del grande pubblico, da metà ottocento fino alle epoche contemporanee della New Age, è il soggetto delle figurine e rappresentazioni delle cosiddette “Veneri steatopigie”. Sin dalla scoperta di questi reperti queste raffigurazioni sono rapidamente diventate, nelle interpretazioni di datati esperti e accademici, rappresentazioni della “Grande Dea” o della “Grande Madre”.
Queste figurine sono presenti dal Paleolitico fino ad epoca storica in molte civiltà di diverse aree del mondo, evidente simbolo di profondo significato. Ma i significati ad esse attribuiti possono essere considerato assodati e indipendenti da epoche storiche e localizzazioni geografiche? Storici, archeologi, psicologi, sociologi e studiosi di molteplici discipline hanno investigato e teorizzato sul significato di queste raffigurazioni, sfortunatamente, con mentalità e metodologie che in oltre un secolo e mezzo si sono rivelate profondamente soggettive.
Le prime interpretazioni ottocentesche hanno subito puntato ad un significato religioso, in qualche caso addirittura monoteistico (Gherard, 1849) e/o sociale, come per l’ipotesi del Matriarcato (Bachofen 1861). Queste fantasiose ipotesi ottocentesche, riflesso delle loro epoche e più in generale figlie di tendenze umane innate, hanno avuto seguiti moderni come nei lavori dell’archeologo Jacques Cauvin (1997) o come, dagli anni ’50 fino ai 2000, nella lunga serie di libri dell’archeologa Maria Gimbutas ed ispirando perfino psicologi come Erich Neumann, grande estimatore di Bachofen.(...)
La Gimbutas, pur essendo una studiosa accademica, ha raggiunto una particolare popolarità presso il grande pubblico e presso le menti influenzate dalla cosiddetta “New Age”, grazie anche ad un elevato numero di libri di stampo divulgativo. E’ quindi particolarmente importante segnalare che gli attuali esperti in materia definiscano le ricerche sul gender della Gimbutas come fiction storica e narrativa emozionale di una studiosa specializzata nel ragionare sul femminile senza riguardo per ciò che dicono i contesti archeologici (Meskell 1995). (...) In breve, i dati archeologici del sito evidenziano una assoluta parità sociale tra uomo e donna (Hodder, 2004) in tutte le manifestazioni di cultura materiale che possano mettere in luce posizioni sociali differenziate. Continua...

 

AMORE E LE SUE RAGIONI SEGRETE
AMORE E LE SUE RAGIONI SEGRETE

di Maurizio Di Gregorio

Vi ricordate di Joan Baez? Pochi sanno che aveva una sorella, più giovane di lei e cantautrice come lei, il suo nome era Mimi.
Mimi Baez nacque nel '45, più giovane di 4 anni della sorella Joan. I loro genitori erano Alberto Vinicio Baez di origine messicana, un fisico nucleare contrario alle ricerche sulla bomba atomica (si rifiutò di collaborare con il programma di ricerche americane) e in seguito coinventore del  microscopio a raggi x e Joan Bridge, professoressa di letteratura di origine scozzese.
Joan Baez cominciò a cantare in pubblico nel '58, nel '59 il suo primo disco, nel '61 e dopo i suoi successivi tre dischi vendettero ognuno più di un milione di copie. Nel '63 partecipa alla Marcia per i diritti civili di Martin Luther King dove canta We Shall Overcome.
Poi nel 1969 partecipa al festival di Woodstock, dal cui film omonimo ottenne una risonanza planetaria. La prima canzone che cantò a WoodStock fu Sweet Sir Galahad, di cui parleremo a breve, la prima canzone da lei composta e non a caso.
Mimi Baez,  chitarista di talento e appassionata di danza, più giovane di 4 anni di Joan, all'età di 17 anni - nel '63 si sposa con Richard Fariña, un giovane poeta e scrittore, musicista e compositore americano di origini cubane e irlandesi che aveva conosciuto con altri interpreti rock durante una visita collettiva alla cattedrale di Chartres..Su quell'incontro a Chartres, Richard scriverà la sua prima poesia per Mimi.
 Richard Fariña era del '37 e quando si incontra con Mimi aveva 25 anni ed era già sposato con Caroline Hester altra nota cantante folk americana, Alla registrazione del terzo disco della moglie partecipò anche uno sconosciuto Bob Dylan col quale Richard Fariña scrisse una profonda amicizia.
Richard Fariña aveva studiato ingegneria e poi letteratura, frequentatore del Greenwich Village, aveva collaborato ad alcune riviste letterarie e aveva lasciato l'università subito prima della laurea. Con Mimi nel '63 va a vivere in  Calfornia dove in due anni compongono tre Lp ottenendo anche un certo successo e iniziando ad esibirsi in concerti e festival folk  cantando insieme accompagnati da chitarra acustica e dulcimer (Big Sur, 1964). Continua...
MADRI STERILI VIOLENZE NASCOSTE
MADRI STERILI VIOLENZE NASCOSTE

di Leyla Ziliotto

Violenza. Cosa ne sai?
Un manifesto con scritta questa frase compare improvvisamente sulle pareti luride della mia città: una donna dallo sguardo compassionevole e un essere maschile con la testa rimpiazzata da uno scarabocchio nero tentano, invano, di catturare la mia attenzione di vittima in quanto DONNA.
E di alimentare in me il sospetto che ogni UOMO, in quanto tale, sia un potenziale stupratore.I ruoli assegnati sembrerebbero questi: la vittima e il carnefice. Senza ombra di dubbio. Ma il ragionevole… dubbio che l’idea di distinguere così nettamente la buona dal cattivo non sia unanimemente condivisa mi assale dolcemente.
Eppure, la situazione sarebbe questa, netta e inequivocabile. Gli uomini e soltanto loro violentano, uccidono, sono inclini al tradimento e la possessione è un fattore insito nel loro modo malato di approcciarsi alla fragile identità femminile. Gli uomini picchiano, maltrattano, se ne fregano dei malesseri delle loro compagne di vita. Parrebbe davvero così, se non fosse che anche IO, qualcosa, sappia della violenza. Per esempio della violenza femminile sugli uomini e sui figli. Ne so abbastanza da scriverci un libro. Anzi, l’ho già fatto, ma potrei spingermi oltre, visto quanto mi fa vomitare il boldrinismo imperante che ci circonda.
So di non essere l’unica ad aver avuto abbastanza presto la percezione che anche le donne sappiano non essere sempre amorevoli con il prossimo o la… prossima.
Ma cosa accade se si denuncia una realtà un po’ diversa dai canoni quotidiani, che succede se ci si fa interprete di angherie consumate fra le mura domestiche per mano di una donna ai danni del marito o, ancor peggio, dei propri figli? Continua...

I TRE VELENI DELL'ANIMA: NARCISISMO INTERNET PRECARIETA'
I TRE VELENI DELL'ANIMA: NARCISISMO INTERNET PRECARIETA'


di Franco Del Moro

Tutti noi oggi ci troviamo a dover affrontare dei rischi inediti nella storia umana, sconosciuti anche solo alle persone di qualche generazione fa. La qualità della nostra vita è minacciata da forze nichiliste particolarmente aggressive che la modernità ha prodotto, forse inconsapevolmente, o forse con il preciso intento di impedire alle persone di essere troppo libere.
Questi nuovi veleni dell'anima, i più letali, sono: il narcisismo patologico, la dipendenza da internet (nomofobia), la schiavitù imposta dal potere economico e dalla nuova finanza globale.Questi veleni causano vittime quotidianamente, e quando non è il sangue sono le lacrime a essere versate. Oceani di lacrime, perché l'infelicità che possono suscitare è davvero senza limite. È possibile arginare gli effetti di questi veleni su di noi e immunizzarsi? Imparare a riconoscerli, evitarli, e salvarsi la vita?Si, è possibile, e anche se è un percorso impegnativo, la ricompensa è davvero generosa, ed ha a che fare con i propri talenti, la propria anima e, in definitiva, con la felicità e la vera ragione per cui ognuno di noi si trova qui, ora.
 «Certo, un giorno forse dovremo affrontare il problema dell'innalzamento del livello del mare, ma oggi, ora, subito, adesso, dobbiamo affrontare il problema della morte spirituale, dell'appiattimento culturale, della perdita di speranza e dell'imbarbarimento morale. Queste minacce sono reali e sono già qui e stanno facendo danni incalcolabili. Queste sono le vere priorità di cui dobbiamo occuparci adesso, il problema energetico verrà poi, e sono convinto che risolvendo questi problemi anche quegl'altri appariranno meno gravi.»
Avere una relazione con un narcisista patologico può causare una tale sofferenza da rovinare per sempre l'esistenza del malcapitato; essere dipendenti dalle nuove tecnologie può inaridire la vita di una persona al punto da precluderle ogni possibilità di condurre una vita equilibrata…e tutti siamo sottoposti alle prepotenze che la nuova finanza mondiale perpetra di continuo senza alcuno scrupolo tanto sulle persone quanto sull'ambiente e gli animali.
In questo momento storico le principali fonti di sofferenza sono riconducibili a questi 3 aspetti della modernità - letali come veleni - che hanno prodotto mutamenti sociali e culturali che coinvolgono non soltanto ognuno di noi ma l'intero ecosistema. Continua...

I DIRITTI VENGONO DOPO LA NATURA
I DIRITTI  VENGONO DOPO LA NATURA

di Claudio Risè

I diritti vengono dopo la natura: è l’attrazione a fare uomini e donne
In Occidente sono quasi scomparse due figure fin dalla notte dei tempi indispensabili alla continuazione della vita e della specie. Si tratta del personaggio della ragazza pura e vicina alla vita, che si lascia prendere. E di quello dell'uomo desiderante e volonteroso che la prende; non per il capriccio di un istante, ma compiendo la spinta vitale da sempre iscritta in sé, il proprio destino maschile. Questi due protagonisti della storia e psiche umana sono ridotti nella cultura contemporanea alle misere macchiette mediatiche della stupida e del bruto stupratore. Eppure dalla loro passione e intesa dipende forse la vita di tutti noi.
Non a caso nell'alta tradizione occidentale della Grecia e Roma antica, la loro storia costituiva la trama dei Misteri, i riti di formazione dei gruppi dirigenti. Vi accedevano solo i più virtuosi, belli e intelligenti giovani della Comunità, ottenendone una posizione eminente nella sua guida. Scopo dei Misteri era lo sviluppo di una personalità sufficientemente ampia e valorosa da potere poi dirigere gli altri, trasmettendola, ed entrare quindi tranquillamente nella morte, da cui l'anima sarebbe trasmigrata verso situazioni altrettanto felici quanto la buona vita fino allora vissuta. La ragazza del mito greco narrato nei Misteri è la Kore, l" Indicibile", l'adolescente di cui "non si può dire nulla", perché nessuna parola potrebbe descriverne la bellezza e il mistero.
È del resto questo il fascino del femminile eterno, intraducibile in parole perché è sempre molto di più e molto altro. Solo che il mondo femminile sembra divenuto ignaro di questa qualità e potenza, e così è ansiosamente impegnato a raccontarsi, descriversi, lodarsi, fotografarsi, diffondersi, esigere attenzione. L'uomo, poi è Ade (Plutone nella mitologia latina), il dio del sottosuolo, senza volto perché possiede - come Sigfrido - un copricapo che può renderlo invisibile non solo agli uomini, ma anche agli dei. Continua...
UTERO IN AFFITTO
L'OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIO

UTERO IN AFFITTO<br> L'OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIO

di Sergio Stagnitta

Una riflessione psicologica sull’utero in affitto
Monica Ricci Sargentini è una giornalista del Corriere della Sera che, volendo capire meglio come viene gestita nei centri specializzati la maternità surrogata, ha deciso di prendere un appuntamento in un Centro Californiano. Nel suo articolo racconta come si è svolto questo primo appuntamento, scoprendo fatti molto importanti (a fine post, vi lascio il link al suo racconto completo).
Nella sua descrizione si presentano scenari ai quali io, e molto probabilmente molti come me, non avevano nemmeno pensato: uno mi ha colpito in particolare… La Sargentini ad un certo punto chiede: “ma se la mamma surrogata dovesse cambiare idea e tenersi il bambino?” La coordinatrice dei pazienti le risponde: “La mamma sei tu, lei è la portatrice. E sei tu che decidi tutto, anche se farla abortire. La legge ha più volte stabilito che lei non ha alcun diritto.” Non commento subito e parto da alcune informazioni tecniche.
Si definisce utero in affitto o meglio, maternità surrogata, la pratica di procreazione nella quale una donna accetta di affrontare la gestazione e il parto per altri. Ci sono due forme di maternità surrogata o “gestazione per altri” (GPA): la Surrogazione gestazionale, che consiste nel trasferimento nell’utero della madre surrogata di embrioni formati con il seme del padre e della madre (o di donatori nel caso di sterilità di uno dei due). Questa forma viene utilizzata da donne che non possono sostenere una gravidanza. La Surrogazione tradizionale, in cui il seme del padre è utilizzato per fecondare la madre surrogata che è quindi anche la madre biologica del bambino.
Chi può ricorrere a queste forme di maternità? In genere donne prive di utero o ovaie, donne che soffrono di patologie che metterebbero a rischio la vita della gestante e coppie di uomini gay.
Il primo mito da sfatare riguarda il collegamento, ormai praticamente quasi assoluto nei dibattiti pubblici e privati, che chi usufruisce dell’utero in affitto è gay.
Qualche giorno fa ho letto una statistica ripresa dall’Ansa che riporta due dati molto significativi: il primo, che le gravidanze in affitto portate a termine aumentano, negli Stati Uniti, ogni anno del 20%; il secondo dato riguarda gli “utilizzatori finali” di questo metodo di procreazione, secondo la Sai (Surrogate Alternatives Inc.), sette su dieci sono coppie eterosessuali, il resto sono coppie gay e uomini single. Continua...

MI CHIAMO MILLIE FONTANA ...
MI CHIAMO MILLIE FONTANA ...

di Millie Fontana 

Mi chiamo Millie Fontana, ho 23 anni e sono figlia di due lesbiche, concepita tramite un donatore. Sono qui con il supporto di tutti e tre i miei genitori. Questa è una testimonianza che, di sicuro, è non udita perché nessuno vuole sentir parlare dell’altro lato dell’arcobaleno, il lato non adatto per crescere dei bambini felici, perché crescono con l’idea sbagliata di come una struttura familiare dovrebbe essere.
Crescendo, volevo un padre… Sentivo dentro di me che mi mancava un padre prima ancora che potessi concepire quello che significava un padre. Sapevo che amavo entrambe le mie mamme, ma non riuscivo a capire quello che mancava dentro di me. Quando ho affrontato la scuola ho iniziato a realizzare, attraverso l’osservazione di altri bambini e dei loro legami d’amore con i loro padri, che mi stavo perdendo qualcosa di speciale.
Mi è stato mentito durante tutta la scuola; Mi è stato detto che non avevo un padre o forse non sapevano chi lui fosse… è stato molto difficile per me affermare un’identità stabile per questo. E la mia stabilità comportamentale ed emotiva ha sofferto molto a causa di questo.
Io sto davanti a voi cresciuta atea e senza alcuna affiliazione religiosa… ma sto con i cristiani perchè fin’ora, in questo dibattito, i cristiani sono gli unici che si pongono la questione e che seguono problemi che ne derivano con i loro figli. I cristiani sono gli unici che cercano di accendere i riflettori sulle storie come la mia. Nessuno nella lobby Lgbt vuole ascoltare qualcuno come me perchè “Love is love” giusto? Noi non esistiamo per loro.
Crescendo mi guardavo allo specchio e pensavo: “Da dove ho preso questi occhi verdi? Da dove ho preso questi aspetti della mia personalità o certi talenti che nessuno nella mia famiglia aveva?”. La risposta a questa domanda è piuttosto semplice “Mio padre”! Ma in realtà non è soltanto il padre o il donatore (come a loro piace chiamarlo), ma: “ho una zia, uno zio, una nonna e tanti cugini?”.
Quando scelsero quale parte della mia identità fosse accettabile da rivelare a me. Loro presero qualcosa da me. E mentre altri ragazzi erano in grado di guardarsi allo specchio e conciliare quelle parti mancanti dicendo “mi piace quella di mia madre o di mio padre”, io invece non potevo perché ai miei occhi chi fossero i miei genitori per decidere quali parti di me fossero accettabili da rivelare a me stessa. Continua...

L'INDUSTRIA DELLA RIPRODUZIONE UMANA
L'INDUSTRIA DELLA RIPRODUZIONE UMANA


di Sonia Savioli

Il capitalismo globale, dilagante sul pianeta sia quantitativamente (non esiste più un angolo della terra che non venga da esso depredato o minacciato), sia qualitativamente (non esiste più nessun ambito della vita che non venga da esso rapinato e commercializzato), sta arrancando a tutta forza, anche se un po’ ansimante, verso il prossimo traguardo: la mercificazione della procreazione umana.Di questi tempi il parto normale nel nostro paese è un sottoprodotto di scarto. L’operazione chirurgica è il prodotto “eccellente”: si compra e si vende, e l’operazione chirurgica rende di più. Lo stato pagherà di più, cioè più soldi saranno estorti al popolo per tagliare le pance delle sue donne-madri, di quanti ne sarebbero pagati per un normale parto. E dunque in questo terzo millennio d.C. in Italia quasi il quaranta per cento dei parti avviene con taglio cesareo, e si arriva al sessanta per cento e più in molte zone del sud Italia.
Il progresso però non si ferma mai, neanche al parto ospedalizzato con taglio cesareo. L’obiettivo che perseguono i dominatori nella nostra civiltà è l’eliminazione totale di un mezzo di produzione di cui non possono impossessarsi: la donna. L’obiettivo correlato e conseguente è quello di trasformare in merce l’unica cosa non ancora mercificata: la riproduzione umana.
La produzione di esseri umani, questo è l’obiettivo verso cui si dirige a passo di marcia la gloriosa civiltà della guerra e del progresso. Il progresso essendo inarrestabile e il nuovo che avanza sempre meglio del vecchio che arretra.
Una nuova industria quindi si affaccia all’orizzonte: la scienza, la tecnica, la politica, la cultura del cosiddetto terzo millennio (terzo da quando?) spingono e tirano verso tale orizzonte.
Hanno cominciato con le piante: organismi geneticamente modificati e brevettati. Ora le piante OGM appartengono alle multinazionali, i loro semi sono proprietà privata col “diritto d’autore” e chi li coltiva deve pagarlo ai proprietari, se no è un ladro. Continua...

NON EDUCHIAMO PIU' I BIMBI, IMPONIAMO IDEOLOGIE
NON EDUCHIAMO PIU' I BIMBI, IMPONIAMO IDEOLOGIE
di Claudio Risé

Quale è l'obiettivo dell'educazione? Aiutare il bambino a stare bene, ad esprimere se stesso incontrando gli altri, o affermare le idee e convinzioni di chi fa i programmi, degli educatori? Come sta accadendo per esempio nel progetto di un asilo nido per i figli dei dipendenti dell'Università di Torino di cui si è parlato nei giorni scorsi, gestito dagli studenti di scienze della formazione con il programma di "decostruire gli stereotipi". Cosa è dunque necessario a un bambino piccolo? Venire consolato con affetto per il suo non poter stare con la mamma, che molto spesso vorrebbe soprattutto rimanere con lui (e lui lo sente dall'inconscio), o insegnargli a "decostruire gli stereotipi"? E, nel caso, quali sarebbero questi stereotipi? Domande non da poco, che tuttavia bisogna porsi, anche perché non riguardano solo l'asilo detto "gender free" di Torino.
Riguardano i giovani di domani, tema pressante visto il loro malessere già oggi, documentato da tutti dati che li riguardano, dalla disoccupazione alla fatica a concludere gli studi, uscire di casa, programmare la propria vita, e da tutti gli altri evidenziatori di insoddisfazione, fragilità, sterilità. 
Già la freddezza con cui in una fase della vita come quella dell'asilo, dominata da un bisogno primario come appunto quello per la madre, si piazza un tema "culturale" come quello dello stereotipo, mostra come il progetto sia ispirato da preoccupazioni assai più ideologiche che psicologiche. Altrimenti si saprebbe che in quella fase non si può andare molto al di là della lettera A: accoglienza, attenzione, amore. Ma, appunto, da quelle parti rimarremmo dalle parti del dono: quello di sé al bambino. 
Una posizione di umiltà, e anche di sacrificio, pur se compiuto con gioia. Quando si parla di censura e lotta agli stereotipi (che sono sempre quelli degli altri, mai i propri), siamo invece già sul piano dell'affermazione di noi stessi e delle nostre ideologie, della smania di affermarci e magari prepararci la carriera. Zone dove il nostro interesse viene messo prima di quello del bambino. Così al dono verso l'altro viene sostituita l'attenzione alle proprie posizioni ideologiche, per solito verniciate da neutralità di genere e accoglienza universale. Continua...
IL GENERE E IL SESSO: UNA CRITICA STORICA ALL'UGUAGLIANZA
IL GENERE E IL SESSO: UNA CRITICA STORICA ALL'UGUAGLIANZA

di Greennotgreed 


Saggio prezioso, questo di Ivan Illich, ormai introvabile da tempo in libreria ma rintracciabile in biblioteca, scomparso dai cataloghi, è mia personale opinione, perché politicamente troppo scorretto. Tesi centrale è che il sessismo delle società moderne è altra cosa dalla codificazione culturale della differenza sessuale. Non è da essa che è generato ma, all’opposto, dal suo misconoscimento.
Il genere, che l’autore chiama vernacolare, delimita gli spazi culturali e concreti degli uomini e delle donne, non identici in tutti i luoghi, ma chiaramente identificabili. Uomini e donne, rispettando quelli altrui, sono sovrani entri i propri “domini”, che peraltro sono complementari, nel senso dell’apporto di ciascuno all’economia di sussistenza della comunità e della complessiva dipendenza dell’uno dall’altro. Allo stesso modo, indipendentemente dal maggior “potere” e dalla maggiore “dignità loro attribuite, la mano destra e la sinistra sono entrambe necessarie per la sopravvivenza di una persona, ed agiscono insieme secondo due programmi che “non sono mai immagini speculari l’uno dell’altro”. “Essere ben inserito significa sapere cosa si addice alle nostre donne e cosa ai nostri uomini”, scrive.
Nelle società preindustriali, seppure con diversi passaggi storici di cambiamento, questa diversità ed insieme complementarietà dei generi maschile e femminile si esprimeva in linguaggi diversi, nell’uso di utensili diversi adatti al genere che li usava, in tempi e ritmi di vita e di lavoro diversi ma sincronizzati, e perfino in luoghi fisici che delimitavano gli spazi maschili, quelli femminili e quelli comuni. Il sapere di genere era qualcosa che veniva insegnato a bambini e bambine dagli uomini e dalle donne adulti.
. Continua...
SULLA RIUSCITA DI MASCHI E FEMMINE
SULLA RIUSCITA DI MASCHI E FEMMINE

di Claudio Risé 

Maschi e femmine ridotti a macchine possono soltanto farsi la guerra. I due sessi sono destinati ad essere indissolubilmente legati e generare la vita. Ma li abbiamo derubati della loro vera natura, proprio come voleva il marchese de Sade. Ecco da dove nasce l'attuale conflitto. Per quanto tempo ancora le donne e gli uomini dovranno recitare la parte dei nemici, di implacabili antagonisti che non si sopportano, si usano violenza; che anche quando si desiderano si fanno del male, si scambiano abbracci che producono rotture, lussazioni, ferite del corpo e dell'anima?
Per quanto tempo ancora rimarremo dunque prigionieri di questa narrazione stupida e crudele, vittime forse inconsapevoli della ipnotizzante noia distruttiva che emana da ogni pagina del suo primo creatore, il Marchese di Sade, insopportabile da leggere e inconsapevole ispiratore della violenza diffusa a piene mani da tutti i seguaci, vittime e carnefici, della cerimonia mortifera della guerra tra i sessi? Il veleno base è (già per Sade) l'odio e l'avversione alla natura, su cui il sadismo e la modernità che ad esso si ispira sono fondati.
"La natura è cattiva", sosteneva il marchese accecato dai Lumi, già moralisticamente inorridito dai corpi e dai sensi: lui, che ora il mainstream ignorante scambia per il Grande Immoralista. E concludeva: "dunque noi dobbiamo essere più cattivi di lei, e sopprimerla". Dunque smettere di amare le donne, e casomai vittimizzarle e farle soffrire. E' appunto ciò che stiamo facendo, con viscerale e insozzata passione, come piaceva fare a lui, e desiderava che tutti facessero.
La natura prevede, infatti, che maschile e femminile si desiderino, si cerchino, si amino, si riproducano, continuando la vita del mondo umano e animale. Mentre noi (che come richiesto ci siamo allontanati dalla natura) ci stiamo odiando, ferendo, e soprattutto, riducendo a oggetti, cose: reificando. Senza quindi più riprodurci, come povere cose. Continua...
LA FESTA AL PAPA'
LA FESTA AL PAPA'


di Marcello Adriano Mazzola

Il titolo non è un refuso. Vorrei riflettere nel giorno della “festa del papà” (19 marzo), sull’importanza dei padri nella vita di tutti noi e sulle difficoltà che hanno molti di loro – in un periodo storico in cui aumenta a dismisura il numero di quelli consapevoli, presenti, partecipi e felici di occuparsi del percorso evolutivo dei figli – paradossalmente oggi, dopo la dissoluzione della “famiglia”(a causa dell’interruzione del vincolo tra l’uomo-padre e la donna-madre), nel mantenere tale precipuo ruolo.Mio padre in questi giorni avrebbe compiuto 83 anni. E’ scomparso pochi giorni fa. Conosco l’importanza del ruolo. Non intendo esondare dalla mia formazione e mi limiterò a ricordare quello che oramai è notorio anche a chi non si occupi di psicologia evolutiva, di psichiatria e di sociologia: il ruolo fondamentale dell’influenza della figura paterna durante tre periodi di vita, quali la fase pre-edipica, edipica e adolescenziale.Invero “se a lungo il ruolo paterno, all’interno della cornice familiare, è stato identificato come ‘dispensatore di sostegno economico’ (capitale finanziario), oggi è sempre più valorizzato il suo contributo nei termini di ‘capitale sociale’/umano.” (“Una riflessione pedagogica sui padri, il loro ruolo educativo, la loro presenza nei servizi per l’infanzia”, Silvia Cescato, ...).
E ancora: “La specificità che la figura maschile riveste nelle sue modalità di cura, comunicazione, interazione, sostiene e orienta la separazione del bambino dalla madre, contribuendo ad allargare la relazione duale madre-figlio e facendo in modo che la separazione non sia vissuta come distacco/privazione, ‘abbandono e vuoto’ (Fruggeri, 2002, p. 115), quanto piuttosto come un momento ‘naturale’ di passaggio, di transizione a nuove interazioni (padre-figlio, madre-padre-figlio, altre figure extra-familiari). Gli studi ‘depongono per il fatto che il padre è estremamente importante già dai primi anni di vita‘ (Baldoni, 2005, p. 94) Continua ...  

VIOLENZA SULLE DONNE E FEMMINICIDIO
VIOLENZA SULLE DONNE E FEMMINICIDIO

di Edoardo Lombardi Vallauri

Mentre scrivo, è in Italia lo psicologo e scienziato cognitivo statunitense Lawrence Barsalou, che è il maggior teorico di quelli che egli stesso ha proposto di chiamare concetti ad hoc.[1] Questi sono i concetti che creiamo sul momento, quando ci servono, a partire dal significato delle parole. Mentre la parola palestra, sul dizionario, ha un significato generale che le permette di riferirsi a qualsiasi palestra, nell’enunciato “vado in palestra” detto da uno di noi in un preciso momento, questa parola può prendere il senso ad hoc di “la palestra all’angolo, quella a cui sai che sono iscritto”.(...)
Alcuni di questi concetti ad hoc, se risultano particolarmente frequenti, possono diventare accezioni universalmente riconosciute di una parola. (...). Questo riguarda ancora più spesso espressioni fatte di più parole (le cosiddette polirematiche), che si dotano di un significato non totalmente deducibile dalla somma dei termini che le compongono, proprio perché servono ad esprimere concetti ad hoc divenuti molto ricorrenti. (...) Per esempio, ragazza madre non significa solo una ragazza che è madre, ma in particolare una che non è sposata, non sta più con il padre della sua prole, e che ha difficoltà pratiche connesse con questa situazione. 
Un’espressione di questo tipo che sta guadagnando molto terreno nell’italiano di oggi è violenza sulle donne. Come altre locuzioni che esprimono concetti ad hoc, il suo significato non si desume dalla somma delle parti, perché non significa semplicemente “violenza sulle donne”, ma “violenza sulle donne da parte di uomini”. Lo stesso significato monodirezionale ha addirittura l’espressione apparentemente neutra violenza di genere. E anche una vera e propria parola creata ad hoc: femminicidio, che non significa “uccisione di femmina”, ma proprio “uccisione di femmina da parte di maschio”. Continua...
I DIRITTI CIVILI DEGLI UOMINI E LA COSIDETTA MISOGINIA
I DIRITTI CIVILI DEGLI UOMINI E LA COSIDETTA MISOGINIA
di Erin Pizzey

Oggi le femministe radicali sono impegnate ad attaccare qualsiasi uomo che osi mettere in dubbio la loro ideologia ed il loro potere su tutte le aree della nostra vita. Il loro dominio si estende in tutti i media: televisione, giornali, siti web e riviste. Ho visto retorica femminista radicale su internet che parla di castrare gli uomini, di uccidere i neonati maschi e minacciare i transessuali.

Quando finalmente gli uomini  cominciano ad alzare la testa ed a parlare della violenza internazionale contro di loro per mano di queste femministe radicali, dei loro centri, servizi sociali e tribunali da loro controllati, queste femministe etichettano ogni cosa detta dagli uomini come crimine di odio (hate crime). Vi è, infatti, una guerra in gran parte invisibile in cui uomini e gruppi di uomini si riuniscono per opporsi al movimento femminista radicale e al loro odio criminale. Vorrei prima raccontarvi una storia che spero possa spiegare perché siamo arrivati a questo punto.

Verso la fine degli anni Sessanta un nuovo movimento nacque da molte delle frustrazioni che le donne stavano vivendo in quel momento. Mi ricordo l’umiliazione di dover dimostrare che avevo intenzione di sposarmi prima che il mio medico accettasse di darmi la pillola. Negli anni cinquanta, ho conosciuto tante donne che erano incinte e sono rimaste vittime di aborti clandestini. Ho perso un’amica per una infezione contratta perché era troppo spaventata per andare in ospedale, temendo di aver commesso un atto illegale e di finire in prigione. Una donna  doveva avere una firma del padre o del marito a garanzia di un mutuo. Sì, ci sono stati motivi validi per abbracciare questo nuovo movimento che prometteva di ascoltare le voci delle donne e che diceva che si sarebbero unite per creare un mondo nuovo e migliore per tutti noi. Tutti i miei amici erano entusiasti quanto me di questo nuovo movimento. Continua...

LA FORZA DELL'AMORE
LA FORZA DELL'AMORE

di Satish Kumar

La vita è un paesaggio d’amore, e l’amore è una celebrazione della vita. L’amore è il mezzo e l’amore è il fine. L’amore è la nostra strada ed è la nostra destinazione. Non c’è una via che conduce all’amore: l’amore è la via e l’amore è l’obiettivo. L’amore è un modo di essere. L’amore è un modo di vivere.Quando siamo innamorati, siamo innamorati sempre. Siamo innamorati ogni momento. Nel momento in cui ci svegliamo, ci innamoriamo l’un dell’altro e con la vita stessa. Innamorarsi non è un evento di un giorno: è un evento di ogni giorno. L’amore non finisce mai. L’amore resiste. Siamo stregati dal mistero dell’amore per sempre. È amore per il piacere di amare. Non c’è un’altra motivazione. L’amore non è logico; l’amore è pura magia. L’amore è pura poesia e puro piacere.

L’amore è sacro. L’amore è senza limiti e senza condizioni. Permettete a voi stessi di essere trascinati dalla forza dell’amore. Il vero amore è amare anche quando la persona amata è meno che perfetta. È facile amare qualcuno che è buono e perfetto. Ma il vero amore è amare anche quelli che forse non sono così buoni. Praticare l’amore universale è riconoscere che quelli che  si comportano male lo fanno perché non sono stati amati. Continua ...
NO ALLA MISANDRIA FEMMINISTA
NO ALLA MISANDRIA FEMMINISTA
 
di 100 Donne contro il Femminismo Misandrico

In un articolo su "Le Monde", un collettivo di 100 donne, tra cui Catherine Millet, Ingrid Caven e Catherine Deneuve, afferma il suo rifiuto di un certo femminismo che esprime un "odio per gli uomini".
La violenza è un crimine ma il "rimorchio" insistente o maldestro non è un reato, né la galanteria è un'aggressione maschilista. A seguito del caso Weinstein c’è stata una legittima presa di coscienza delle violenze sessuali esercitate sulle donne, specie nell’ambito professionale, dove certi uomini abusano del loro potere. Era necessaria. Ma poi questa liberazione della parola si è rivoltata nel suo opposto: ci viene intimato di parlare come si deve, di tacere ciò che scontenta, e quelle che rifiutano di piegarsi a tali ingiunzioni sono viste come delle traditrici, delle complici! Ma è proprio una caratteristica del puritanesimo quella di prendere a prestito, in nome di un cosiddetto bene generale, gli argomenti della protezione delle donne e della loro emancipazione per meglio incatenarle a uno stato di vittime eterne, di poverette che stanno sotto il tallone dei demoni fallocrati, come ai bei vecchi tempi della stregoneria.
Di fatto, #metoo ha esercitato sulla stampa e sui social network una campagna di delazioni e denunce pubbliche a carico di individui che, senza che avessero la possibilità di rispondere o difendersi, sono stati messi esattamente allo stesso livello degli aggressori sessuali.Continua...
LIBERATI DALLE DIFFICOLTA' EREDITATE DAI TUOI ANTENATI
LIBERATI DALLE DIFFICOLTA' EREDITATE DAI TUOI ANTENATI

di Silvia Gavino

Traumi e irrisolti familiari possono arrivare fino a noi diventando nostre fragilità. Le tradizioni spirituali lo dicono da sempre, la psicologia da almeno 30 anni e oggi la scienza lo conferma. Per sciogliere quei nodi serve un processo alchemico che trasformi in luce le nostre ombre, quelle dei nostri genitori e dei nostri avi. Sei pronta per un viaggio nella tua anima insieme a chi ti ha preceduto?

Le hai viste mille volte le vecchie foto in bianco e nero a cui ti senti legata senza sapere bene perché. Gli occhi di una bambina ti catturano. Sono identici ai tuoi. «È la tua prozia: un talento straordinario per il disegno, proprio come te», rivela tua madre. «In amore però non è stata fortunata. Il marito è partito per il fronte. Le mandava lettere ogni settimana. Quando non sono più arrivate ha capito di essere rimasta vedova. Non si è più rifatta una vita». Pensi alle tante storie che iniziano tra mille WhatsApp e si interrompono in un nulla. Tu che dalla fine di un grande amore non sei più riuscita ad avere una relazione felice. Una coincidenza? «Non è detto», spiega la counselor Silvana Borile. Noi ereditiamo talenti ma anche gli ostacoli appartenuti ai nostri avi. Un bel pacchetto di traumi, segreti e messaggi non verbali che ci influenzano». Continua...
IL SESSISMO E' UN VIRUS
IL SESSISMO E' UN VIRUS

di Marcello Adriano Mazzola

Riprendiamo la frase pronunciata l’8 marzo dal super Presidente. Una delle poche che ci sentiamo di condividere nel suo interregno. Ma il sessismo pronunciato, non a caso nel giorno della festa della donna, non è, al pari dei principi universali, né di destra né di sinistra, né di sesso maschile né di sesso femminile. Infatti secondo il comune significato, il “sessismo” è una forma di discriminazione tra gli esseri umani basata sul genere sessuale.Chi pretende di qualificare la parola “sessismo” esclusivamente con il colore rosa compie un’operazione orwelliana volta a creare il pensiero unico, che in questo Paese abbonda. Per non parlare della metastasi del politically correct, cancro della libertà. Continua...

I DIRITTI GAY E LA FAMIGLIA DEL MULINO BIANCO
I DIRITTI GAY E LA FAMIGLIA DEL MULINO BIANCO di Marcello Adriano Mazzola

Oramai siamo al paradosso che chiunque possa liberamente (come è giusto che sia) rivendicare la propria sessualità ed identità, il proprio orientamento ma non più il proprio pensiero. La libertà di pensiero vacilla ed è oggetto di inaudite aggressioni, mistificatrici perché mimetizzate da rivendicazioni di pari opportunità. Quello che viviamo mi pare un clima da Medioevo o, secondo alcuni, tale da preludere scene da Arancia meccanica, finalizzate ad instillare il pensiero unico. Evocato da un mainstream che avanza inesorabilmente, solo per chi ha gli occhi per vederlo. Un vero e proprio revanscismo che non perde occasione per strumentalizzare episodi come quello di ieri. E’ bastato che Guido Barilla, presidente del gruppo Barilla, dicesse ieri a La Zanzara quanto segue: “Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale”. Ed ancora: “Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell’azienda”. Ma la pasta la mangiano anche i gay, hanno osservato i conduttori Cruciani e Parenzo, ottenendo in risposta: “Va bene, se a loro piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, altrimenti mangeranno un’altra pasta. Uno non può piacere sempre a tutti. Io rispetto tutti, facciano quello che vogliono senza disturbare gli altri. Sono anche favorevole al matrimonio omosessuale, ma no all’adozione per una famiglia gay. Da padre di più figli credo sia molto complesso tirare su dei bambini in una coppia dello stesso sesso”. E’ sufficiente dichiarare ciò per essere subito definiti omofobi o anti-gay? E’ come se sostenere di essere cattolici sia un’aperta dichiarazione di ostilità contro i musulmani e le altre religioni. Assurdo. Continua...
L'UOMO E LA DONNA DEVONO GIUNGERE A UN ACCORDO
L'UOMO E LA DONNA DEVONO GIUNGERE A UN ACCORDO

estratto da Osho, la donna una nuova visione

Queste tre idee hanno completamente cambiato l'atmosfera in Occidente, ma non sono ancora penetrate nella mente orientale che è tuttora profondamente legata alla tradizione. Hanno invece avuto un risultato diverso per le donne occidentali, che ora sono sul sentiero di guerra. Ma si tratta solo di un fenomeno reazionario, ed è per questo che io non sono favorevole a ciò che sta succedendo ora nel mondo, sotto il nome di femminismo: voglio che le donne siano libere, ma non che vadano a finire all'estremo opposto.

Il movimento di liberazione della donna sta raggiungendo l'altro estremo: sta cercando di far subire all'uomo esattamente ciò che l'uomo ha fatto subire alla donna. E questa è pura stupidità. Il passato è passato: non esiste più, e gli errori che l'uomo ha commesso sono stati commessi inconsciamente. Non si è trattato di una cospirazione consapevole contro le donne. Né l'uomo né la donna sono stati consapevoli. Il movimento di liberazione della donna si dichiara contro qualsiasi tipo di relazione con gli uomini: proclama l'annullamento totale di rapporti. Esso sostiene che la donna dovrebbe amare solo altre donne e boicottare gli uomini, promuovendo così il lesbismo. Questa è pura perversione Continua...

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