LA FIORITURA DELL'INTUIZIONE
Sri Aurobindo
Ci sono state epoche in cui la ricerca del compimento spirituale era, almeno in certe civiltà, più intensa e più largamente diffusa di adesso o piuttosto di quanto lo sia stata nel mondo in generale durante gli ultimissimi secoli. Ora infatti la curva sembra segnare l’inizio di un nuovo ciclo di ricerca che parte da ciò che è stato raggiunto in passato per proiettarsi verso un futuro più grande. Ma il compimento spirituale o la conoscenza occulta sono stati sempre, anche nell’età dei Veda, o in Egitto, limitati a pochi, non diffusi in tutta la massa dell’umanità.
La massa dell’umanità si evolve lentamente, essa conserva in sé tutte le tappe dell’evoluzione, dall’uomo materiale e vitale all’uomo mentale. Una piccola minoranza si è spinta oltre le barriere, aprendo le porte alla conoscenza occulta e spirituale e preparando l’ascesa dell’evoluzione oltre l’uomo mentale, fino all’essere spirituale e supermentale.
A volte questa minoranza ha esercitato un’enorme influenza – come nell’India vedica, in Egitto o, secondo la tradizione, in Atlantide – ed è stata determinante per la civiltà della razza, dandole una forte impronta spirituale ed occulta, a volte si è tenuta in disparte nelle sue scuole od ordini segreti, senza influenzare direttamente una civiltà che era immersa nell’ignoranza materiale o nel caos e nelle tenebre o nella dura luce esteriore della ragione che rifiuta la conoscenza spirituale.
I cicli dell’evoluzione tendono sempre verso l’alto, ma sono cicli e, nella loro ascesa, non seguono una linea retta. Il processo dà quindi l’impressione di una serie di ascese e di discese, ma l’essenziale di ciò che l’evoluzione ha conquistato viene conservato o, anche se oscurato per un certo tempo, riemerge in forme nuove adatte ai tempi nuovi. La creazione ha disceso tutti i gradi dell’essere, dalla Supermente alla Materia, e a ciascun grado ha creato un mondo, un regno, un piano od ordine proprio di quel grado.
All’atto della creazione del mondo materiale vi è stata un’immersione di questa Coscienza discendente in un’apparente Incoscienza ed una sua emersione fuori da quell’Incoscienza, grado dopo grado, fino a riguadagnare le sue più alte vette spirituali e supermentali e manifestarne i poteri, qui, nella Materia. Ma anche nell’Incoscienza esiste una Coscienza segreta che opera, potremmo dire, attraverso un’Intuizione involuta e nascosta che le è propria.
A ogni livello della Materia, a ogni livello della Vita, quest’Intuizione adotta un metodo d’azione proprio di quel livello e agisce da dietro il velo, sostenendo e rafforzando le necessità immediate della Forza creatrice.
C’è un’Intuizione nella Materia che sostiene l’azione del mondo materiale dall’elettrone al sole e ai pianeti e a ciò che esiste in essi. C’è un’Intuizione nella Vita, che analogamente sostiene e guida il gioco e lo sviluppo della Vita nella Materia finché essa non sia pronta per l’evoluzione mentale di cui l’uomo è il veicolo. Anche nell’uomo l’evoluzione segue lo stesso processo ascendente: l’Intuizione dentro di lui si sviluppa secondo lo stadio ch’egli ha raggiunto nel suo progresso.
Persino il preciso intelletto dello scienziato, che è incline a negare l’esistenza separata o la superiorità dell’Intuizione, non può realmente avanzare se non c’è dietro a lui una Intuizione mentale che gli permetta di progredire o di sapere intuitivamente quel che va fatto. L’Intuizione è pertanto presente tanto all’inizio delle cose e nel loro corso quanto al loro compimento.
Ma l’Intuizione prende la sua vera forma solo quando si oltrepassa il piano mentale e si entra in quello spirituale, poiché solo lì essa emerge pienamente da dietro il velo e rivela la sua vera e completa natura. Parallelamente all’evoluzione mentale dell’uomo, ebbe presto inizio un’altra evoluzione, quella che prepara l’essere spirituale e supermentale.
Questa seguì due linee: l’una, la scoperta delle forze occulte celate nella Natura e dei piani e mondi segreti a noi nascosti dal mondo della Materia; l’altra, la scoperta dell’anima dell’uomo e del sé spirituale.
La tradizione di Atlantide, se è vera, è quella di un progresso che arrivò all’estremo della conoscenza occulta ma non riuscì ad andare più lontano. L’India dei tempi vedici ci ha lasciato la testimonianza dell’altra linea di realizzazione, quella della scoperta spirituale di sé; la conoscenza occulta c’era, ma era tenuta in secondo piano.
Possiamo dire che qui, in India, venne prima il regno dell’Intuizione, mentre la Mente intellettuale si sviluppò più tardi, nella filosofia e nella scienza più recenti. Ma è un fatto del tutto evidente che la massa degli uomini di quell’epoca viveva interamente sul piano materiale, adorava le Divinità della Natura materiale e cercava di ottenere da esse beni esclusivamente materiali.
I mistici vedici, grazie ai loro sforzi, ebbero la rivelazione delle cose nascoste, attraverso un potere di visione, di percezione e di esperienza interiori, che era riservato ad un numero limitato di veggenti e di saggi e tenuto accuratamente segreto alla massa dell’umanità (infatti i mistici insistevano sempre sull’importanza della segretezza).
Possiamo benissimo attribuire questo fiorire dell’Intuizione sul piano spirituale ad una rapida riemersione di conquiste essenziali fatte discendere da un ciclo precedente. Se analizziamo la storia spirituale dell’India vediamo che, una volta raggiunta quest’altezza, ci fu una discesa che tentò di riprendere ciascun grado inferiore della coscienza già evoluta per congiungerlo, al culmine, con la coscienza spirituale.
L’età vedica fu seguita da una grande esplosione dell’intelletto e della filosofia che presero la verità spirituale come base e cercarono di raggiungerla di nuovo, non attraverso un’Intuizione diretta o un processo occulto come fecero i veggenti vedici, bensì col potere del pensiero riflessivo, speculativo e logico della mente. Contemporaneamente vennero sviluppati dei metodi di yoga che usarono la mente pensante come mezzo per arrivare alla realizzazione spirituale, spiritualizzando nel contempo la mente stessa.
Seguì poi un’era di sviluppo di filosofie e di metodi di yoga che sempre più usarono l’essere emotivo ed estetico come mezzo di realizzazione spirituale e spiritualizzarono il piano emotivo dell’uomo tramite il cuore e i sentimenti. A questi si aggiunsero vari metodi (tantrici e altri) che presero la volontà mentale, la volontà vitale e la volontà delle sensazioni per farne al tempo stesso gli strumenti e il campo della spiritualizzazione.
Anche nello Hathayoga e nei vari tentativi di divinizzazione del corpo si seguì una disciplina per cercare di arrivare allo stesso compimento nella Materia vivente; ma per questo compimento non è ancora stato scoperto il vero metodo e il vero potere specifico dello Spirito nel corpo.
Possiamo dire quindi che la Coscienza universale, dopo essere discesa nella Materia, vi ha condotto l’evoluzione lungo due direttrici: una di ascesa alla scoperta del Sé e dello Spirito, l’altra di discesa attraverso i livelli già evoluti della mente della vita e del corpo così da far discendere anche in questi la coscienza spirituale e portare a compimento qualche segreta intenzione nella creazione dell’universo materiale.
Il nostro yoga è nel suo principio un proseguimento, un riassunto e un completamento di questo processo, un tentativo di salire al più alto livello supermentale possibile e riportarne giù la coscienza e il potere nella mente, nella vita e nel corpo.
La condizione della civiltà attuale, materialistica e con un intelletto e uno sforzo vitale rivolti all’esterno, che voi trovate così penosa, è una tappa, ma una tappa che forse era inevitabile. Infatti, se lo scopo da raggiungere è la spiritualizzazione della mente, della vita e del corpo (la presenza cosciente dello Spirito anche nella coscienza fisica e nel corpo materiale), un’epoca che mettesse in primo piano la Materia e la vita fisica e si dedicasse allo sforzo intellettuale di scoprire la verità dell’esistenza materiale, doveva forse venire.
Da un lato, rendendo tutto materialistico fino all’intelletto stesso, essa ha creato per il ricercatore spirituale l’estrema difficoltà di cui parlate, ma, dall’altro, ha dato alla vita nella Materia un’importanza che la spiritualità del passato tendeva a negarle. Sotto un certo aspetto ne ha reso la spiritualizzazione una necessità per il ricercatore spirituale ed ha così aiutato il movimento discendente della coscienza spirituale evolutiva nella natura terrestre.
Più di questo non possiamo dire in suo favore; il suo effetto cosciente è stato piuttosto di soffocare e quasi di estinguere l’elemento spirituale nell’umanità; è solo con un uso divino della pressione dei contrari e con un intervento dall’alto che verrà il risultato spirituale.
Sri Aurobindo
* Nella visione di Sri Aurobindo l’uomo non è la vetta della creazione. Vi sono altri piani di coscienza sopra la mente: la Sovramente (Overmind) libera dall’ignoranza e dall’illusione e, sopra di essa, la Supermente (Supermind), la Coscienza-di-Verità. Sri Aurobindo ha lavorato per far discendere questa nuova Coscienza nell’atmosfera terrestre, affinché l’uomo possa innalzarsi fino ad Essa e collaborare all’apparizione della nuova specie, quella del superuomo, e allo stabilirsi della vita divina sulla terra.
Da: “Lettere sullo Yoga” di Sri Aurobindo, vol. I, Capitolo I: ‘L’evoluzione supermentale’*, p. 15-18.
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