CHI HA UCCISO ALEXANDER LANGER? - UNA COMMEMORAZIONE REALE
di Maurizio Di Gregorio
Alla vigilia del 3 luglio vado a rileggere cosa scrissi nel 2013 sul suicidio di Alex. Questo scritto che segue è una rielaborazione di quello.
Alex Langer fu un intellettuale ed un politico assai speciale nel panorama italiano.. Altoatesino di nascita visse in prima persona il contrasto etnico italiani/tedeschi in Alto Adige e si adoperò per un superamento di esso negli stessi anni in cui dirigeva la rivista Die Brucke (Il Ponte).
Appartenendo alla generazione del ’68 fu in prima fila negli anni di esperienza di Lotta Continua e poi come eco-pacifista fu tra gli ispiratori e i fondatori del Verdi italiani a cui cercò di trasmettere l’insieme di idee, pratiche ed ideali dei Grunen e Alternativen tedeschi.
Leader riconosciuto ma non davvero compreso ne seguito, affrontò in prima persona l’orribile vicenda dei genocidi nella ex Jugoslavia degli anni 90 dovendo, per rigore morale alla fine schierarsi, (lui ecopacifista integrale e genuino) a favore di un intervento armato che ponesse uno stop a quel bagno di sangue.
Il 3 luglio 1995 Alexander Langer si suicidò impiccandosi ad un albero di melo o di albicocco della sua casa nella campagna toscana.
Parlare di Alex è un dovere morale. Poichè fu l'unico messaggero tra i mondi in grado di individuare una via di uscita verso il futuro ed illustrare i primi tratti di un ecologismo che oggi si potrebbe chiamare integrale.
All’economia, alla politica, alla esistenzialità basata sul conflitto Alex Langer propose una visione di ecologia integrale, una idea di armonia dinamica e partecipata e fu in questo valido profeta ed antesignano di molti altri pensatori successivi tra cui ad esempio Latouche.
Non compreso veramente quasi da nessuno aveva affrontato da solo la traversata nel deserto della conoscenza e come, analogamente, a Petra Kelly in Germania si è ritirato, dopo intensa attività, dalla esistenza umana.
Oggi è la ricorrenza del suo suicidio, che anche se fu procurato dalla sua diretta iniziativa, ha certamente molti e vari mandanti anche tra coloro che lo celebrano, falsamente o meno.
Lo conobbi brevemente in Umbria, molti anni fa e non ho dimenticato ne quel che faceva ne quel che diceva.
Con la fine della sua vita storicamente, si eclissò l'anima dei verdi italiani e la speranza di una evoluzione politica alla tedesca. Di seguito per autogenesi il mandato fu dato al M5Stelle, in via provvisoria e tuttora sotto autenticazione della Storia.
Quel che ne seguirà (alla morte di Alex) sarà il più piccolo e vergognoso partito verde d'Europa, pieno di carrieristi, opportunisti e trasformisti, il tradimento reale della vita e del bell'esempio di Alexander Langer.
E in un contesto più grande avvenne la medesima falsificazione che oggi si chiama PDmenoelle, sindacati collusi, pseudofemminismo di genere, infine, più noto e ancora non compreso pienamente, berlusconismo.
Alcuni anni fa in una rievocazione ad Amelia che vide riunirsi molti suoi amici e conoscenti ho dovuto patire la sofistica analisi di Gad Lerner a riguardo di Alex: secondo Lerner, Alex semplicemente non ce l’aveva fatta. A sopportare il peso della vita.
Una teoria a mio avviso pilatesca, come se gli amici, i conoscenti ed i partner di vita, ed i compagni di lotta politica non fossero per niente responsabili dell’avvenire e degli esiti esistenziali degli uni sugli altri.
Un appunto reale quello di Lerner - con evidenza chi si suicida non sopporta il peso della vita! - e pur tuttavia così tipico di lui, del suo "intelligente trasformismo"e del suo "sofisticato opportunismo"
Nel 2012 un altro più noto della generazione del ’68, Daniel Cohn Bendit aveva annunciato, al raggiungimento del suo 68esimo compleanno, il definitivo abbandono della politica.
Poco prima, alcuni anni prima, aveva provato a riunire e dare espressione e progetto politico ad una coalizione Europe Ecologie che alle politiche francesi e poi l’anno seguente alle regionali francesi era riuscita a raccogliere un consenso pari ai voti del tradizionale partito socialista francese.
Di seguito Europa Ecologie sarebbe stata affondata proprio dall’esiguo partito dei verdi francesi (di Cecile Duflot e alcuni altri) in cerca di supremazia ed egemonia e lo stesso Cohn Bendit di lì a poco si troverà costretto a disconoscere ed abbandonare la sua creatura.
Possiamo dire che con Europe Ecologie si chiude lo spazio storico di una generazione che provò a sognare e rivendicare un mondo diverso ed altro. Tale spazio fu dominato dalle eredità sessantottine di quella che un tempo si chiamava nuova sinistra. Al tempo stesso si archiviarono le speranze che i partiti verdi storicamente dati potessero rappresentare e raccogliere il cambiamento richiesto e necessario.
Oggi, nel 2020, assistiamo alla crisi (o al ripensamento) del movimento grillino. Pochi giorni fa, a Roma, una serie di piccoli movimenti radicali di protesta, antimafia, anticorruzione e ambientalisti si sono riuniti sotto l'iniziativa del nuovo progetto radicale di R2020.
Singolare che in sei ore di interventi collettivi, solo uno dei molti relatori abbia pronunciato la parola ecologia e nessuno la parola ecologista.
E questo in un momento in cui oltre ai diritti ambientali è pienamente in luce il problema dell'ecologia negata in economia, nei rapporti sociali, nel diritto e nella democrazia. Quanto vi sarebbe da dire sull'Ecologia della Democrazia... !
Quel partitino di Verdi, in cui Alex Langer parlava, spesso molto apprezzato a parole e ignorato invece nei fatti, nel suo fallimento durato 30 anni, non solo ha fatto fuggire alcuni milioni di attivisti e simpatizzanti ma ha anche reso tali parole sconosciute e forse, per diversi, impronunciabili. (vi sono alcune eccezioni...)
Negli ultimi decenni, la falsa ecologia ha oscurato quella reale, l'ecologismo, illustre sconosciuto in Italia, viene declinato come sinonimo di ambientalismo, perché, come sempre accade, la colonizzazione dei significati delle parole permette al potere vigente di abusarne.
Questo sopratutto in Italia. E la persistenza di questo finto partito verde italiano riuscito solo nella famigerata impresa di divenire il partito verde più piccolo e fasullo d'Europa, racconta ancora qualcosa sul suicidio di Alex Langer
Negli stessi giorni in cui all'incontro R2020 quasi nessuno pronunciava quelle parole ( Ecologia, Ecologismo) - anche se quasi tutti i discorsi fatti erano figli di una coscienza ecologica ed ecologista - in Francia a sorpresa, i Verdi, da soli e fuori da qualsiasi coalizione, conquistavano di colpo il 40% alle elezioni comunali ottenendo propri sindaci in molte città importanti.
Un bel paradosso sul quale riflettere in profondità.
Ora nei quaranta anni in cui l'ampliamento di una coscienza ha portato dall'ambientalismo all'ecologismo, i contributi sia in positivo che in negativo sono stati dati e alla luce dell'oggi più facilmente riconoscibili.
Agli antesignani, fondatori, ispiratori e messaggeri celesti di futuri mondi possibili, ognuno per la parte sua, dolente è stato il procedere e talvolta coerenza ha richiesto il sacrificio del sé terreno. (Alexander Langer, Petra Kelly, altri ancora)
Non siate tristi, continuate in quel che è giusto – scrisse Alex prima del suicidio. Delle mille vite che aveva vissuto restano tracce consistenti nei suoi scritti tuttora disponibili ed in alcuni studi biografici dei suoi amici.
Curioso che in questa epoca che dimentica ieri per un attimo dell’oggi si parli ancora e si pensi ai messaggi e alle indicazioni che Alex ci ha lasciato alcuni decenni fa.
Spesso tale interesse è solo apparente, troppi sono ancora coloro che sono imprigionati in una visione violenta fatta di nemici e di cause prime: gli americani, i capitalisti, gli uomini, i carnivori ...e via dicendo....oppure viene celebrato per oppurtunismo, idealizzato in apparenza e nuovamente tradito in pratica.
Lo si è visto nei giorni scorsi, quando scimmiottando le proteste antirazziste negli Usa, in parecchi hanno perso tempo e senno sulla statua di Montanelli, anziché compiere una o più delle tantissime forme di iniziativa che avrebbero avuto davvero un senso politico e culturale.
Fare dei falsi conti col passato è il modo, neanche nuovo, di non fare davvero i i conti col presente. E' imbrogliare se stessi ed altri, una forma di rimozione psicologica della realtà e delle priorità sulle quali condurre un impegno civile degno di tal nome. Insomma un forma di falsa coscienza.
Io dico: fate i conti col presente e li avrete fatti anche col passato. Solo che il presente è vivo, difficile, reale mentre il passato é virtuale, si fa maltrattare e non parla più. Forse occuparsi di altre questioni più importanti sarebbe stato meglio.
Così, penso, avrebbe pensato anche Alex Langer, una vita spesa per trasformare i conflitti in occasioni di pace e di armonia.
Ancora misconosciuto Alex Langer, resta un pioniere ed un profeta di un qualcosa che deve ancora pienamente emergere.
Nella sua vita e nelle sue parole vi è in codice da decifrare: la mappa di un futuro più soave, lento e semplice.
Altri - e non i verdi italiani o i loro possibili emuli - lo realizzeranno in nome e per conto - anche - di Alex.
Maurizio Di Gregorio
Nemi, (3 Luglio 2013) - 3 luglio 2020
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