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LA PRATICA DA SEGUIRE
Un monaco chiese a Dong-Shan: C'è una pratica che le persone debbano seguire? Dong Shan rispose: quando diventi una vera persona c'è una tale pratica.
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Sai essere freccia, arco, bersaglio?
Sai essere freccia, arco, bersaglio? Conosci la sequenza delle costellazioni? La fusione dell'idrogeno in elio? Sai misurare la tua integrità? Se rispondi Avrai l'immortalità.
Laura Scottini
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MEDITAZIONE TAOISTA
Chiudi gli occhi e vedrai con chiarezza. Smetti di ascoltare e sentirai la verità. Resta in silenzio e il tuo cuore potrà cantare. Non cercare il contatto e troverai l'unione. Sii quieto e ti muoverai sull'onda dello spirito. Sii delicato e non avrai bisogno di forza. Sii paziente e compirai ogni cosa. Sii umile e manterrai la tua integrità.
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PAROLE SU DIO
di Simone Weil
Non è dal modo in cui un uomo parla di Dio, ma dal modo in cui parla delle cose terrestri, che si può meglio discernere se la sua anima ha soggiornato nel fuoco dell’amore di Dio. … Così pure, la prova che un bambino sa fare una divisione non sta nel ripetere la regola; sta nel fatto che fa le divisioni.
Il bello è ciò che si desidera senza volerlo mangiare. Desideriamo che sia. Restare immobili e unirsi a quel che si desidera senza avvicinarsi. Ci si unisce a Dio così: non potendosene avvicinare. La distanza è l’anima del bello.
Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal, pietra miracolosa che in virtù dell’ostia consacrata sazia ogni fame, apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra, il re quasi paralizzato dalla più dolorosa ferita: “Qual è il tuo tormento?”. La pienezza dell’amore del prossimo sta semplicemente nell’essere capace di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”, nel sapere che lo sventurato esiste, non come uno fra i tanti, non come esemplare della categoria sociale ben definita degli “sventurati”, ma in quanto uomo, in tutto simile a noi, che un giorno fu colpito e segnato dalla sventura con un marchio inconfondibile. Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo. Continua...
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I BAMBINI DAGLI OCCHI DI SOLE
Vidi i pionieri ardenti dell’Onnipotente
superando la soglia celeste che è volta alla vita
discendere in frotta i gradini d’ambra della nascita;
precursori d’una moltitudine divina,
essi lasciavano le rotte della stella del mattino
per l’esigua stanza della vita mortale.
Li vidi traversare il crepuscolo di un’era,
i figli dagli occhi di sole di un’alba meravigliosa,
i grandi creatori dall’ampia fronte di calma,
i distruttori possenti delle barriere del mondo
che lottano contro il destino nelle arene della Sua volontà,
operai nelle miniere degli dei,
messaggeri dell’Incomunicabile,
architetti dell’Immortalità.
Nella sfera umana caduta essi entravano,
i volti ancora soffusi della gloria dell’Immortale,
le voci ancora in comunione coi pensieri di Dio,
i corpi magnificati dalla luce dello spirito,
portando la parola magica, il fuoco mistico,
portando la coppa dionisiaca della gioia,
Continua... |
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IL SEGRETO DELLE STELLE CADENTI
di Maurizio Di Gregorio
Tutti cerchiamo qualcosa. Se lo cerchiamo nel mondo materiale pensiamo di trovarlo all’esterno di noi stessi. Se lo cerchiamo nel mondo spirituale siamo portati a credere di poterlo trovare all’interno di noi. Una massima dice: la risposta è dentro di te. Una battuta invece dice: la risposta è dentro di te, ma è sbagliata. Ambedue le affermazioni sono vere perché si riferiscono a due esseri diversi. Uno vero e l’altro falso. Come si fa a sapere quale é l’Io interiore che contiene tutte le risposte della vita? Dalla felicità. Nel primo caso si sa solo che si è felici, sia pure per un attimo, si è completamente, immensamente e interamente felici e più correttamente si dovrebbe chiamarla beatitudine. Nel secondo caso sappiamo solo, che a dispetto di ogni altra cosa, momentanea soddisfazione o eccitazione, non si è veramente felici.
Aivanhov, definendo la natura umana, parla della coesistenza di una natura inferiore e di una natura superiore. All’interno di ognuno è una continua lotta tra due esseri (o stati di essere) in competizione che Aivanhov chiama Personalità e Individualità. “Persona “ è la maschera e in ogni incarnazione la maschera è diversa, “Individualità” è l’abitante della maschera, colui che non cambia, il vero Sé divino. La personalità è in parte ancora inesistente nel bambino ma già tracciata, si sviluppa con l’età come la trama di un tessuto e si consuma nella vecchiaia. Il risveglio dell’anima consiste nel riconoscimento del Sé interiore e nell’abbandono momentaneo della maschera della personalità. Ora anche se possiamo capire qualcosa del nostro essere maschera, né la mente, né il cuore né la volontà sono risolutivi.
E questo perché mente cuore e volontà sono una triade che esiste tanto nella natura delle Individualità quanto nella natura della Personalità.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” Quale è, in ogni dato momento, il cuore che chiede, la mente che cerca, la volontà che agisce? La strada dell’evoluzione spirituale, cioè della evoluzione dell’essere allo Spirito, è insidiosa perché ad ogni sviluppo della Individualità segue uno sviluppo della Personalità. Differentemente il discernimento è possibile solo dal punto di vista della Coscienza Superiore che è esattamente ciò che si illumina.
Fuori da questa esperienza si persiste sempre in un tipo di coscienza media, anche se ampliata o sofisticata, una coscienza media perché media in un equilibrio precario le necessità delle due nature....Continua...
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I SETTE ASPETTI DELLA NUOVA COSCIENZA
di Ervin Laszlo
Il grande compito, la grande sfida del nostro tempo è cambiare se stessi.
Questo elenco delle principali caratteristiche della nuova visione, della nuova coscienza, è scritto per stimolare la trasformazione, perché è possibile acquisire una nuova consapevolezza, perché tutti possono evolvere, tante persone l'hanno già fatto ed è diventata una conditio sine qua non della nostra sopravvivenza sulla Terra.
La prima caratteristica è l'olismo, la visione olistica, per contrastare la visione frammentaria, disciplinaria, atomistica, che separa tutto: la mente dalla natura, l'uomo e la società dalla biosfera, e tutti i campi della realtà l'uno dall'altro. La visione olistica è proprio quella comprensione Continua...
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I FIGLI DELLA LUCE
I Figli della Luce si nutrono di Pace, Libertà, Amore, Giustizia, Grazia, Benevolenza, Comprensione, Compassione, Generosità, Bontà, Luce, Verità, Positività, trasmettendo tutto questo intorno a loro. Le creature che vengono in contatto con i Figli della Luce percepiscono la Positività dell’operato della “Luce Amore” e uno stato di benessere entra in loro. Non sono consapevoli della fonte di questa Positività, ma stanno volentieri in compagnia dei Figli Luce dispensatori d’Amore.
Continua...
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UNA SPIRITUALITA' ECOLOGICA
di Matthew Fox
L’ecologia e la spiritualità sono le due facce della stessa medaglia. La religione deve lasciar andare i dogmi in modo da poter riscoprire la saggezza del mondo.
Come dovrebbe essere una religione ecologica? Negli ultimi 300 anni l’umanità è stata coinvolta in una grande desacralizzazione del pianeta, dell’universo e della propria anima, e questo ha dato origine all’oltraggio ecologico. Saremo capaci di recuperare il senso del sacro?La religione del futuro non sarà una religione in senso stretto del termine, dovrà imparare a lasciare andare la religione. Il Maestro Eckhart, nel quattordicesimo secolo disse, “Prego Dio di liberarmi da Dio”. Per riscoprire la spiritualità, che è il cuore autentico di ogni religione vera e fiorente, dobbiamo liberarci dalla religione. Sembra un paradosso. La spiritualità significa usare il cuore, vivere nel mondo, dialogare con il nostro sé interiore e non semplicemente vivere a un livello organizzativo esterno.
E. F. Schumacher, nel suo profetico modo di scrivere, disse, nell’epilogo di Piccolo è bello, “Dappertutto la gente chiede, ‘Cosa posso fare praticamente?’ La risposta è tanto semplice quanto sconcertante, possiamo, ciascuno di noi, mettere in ordine la nostra casa intima, interiore. Per far questo non troviamo una guida nella scienza o nella tecnologia, poiché i valori sui quali esse si poggiano dipendono sommamente dal fine per il quale sono destinate. Tale guida la si può invece ancora trovare nella tradizionale saggezza dell’umanità”.
Tommaso d’Aquino, nel tredicesimo secolo disse, “Le rivelazioni si trovano in due volumi – la Bibbia e la natura”. Ma la teologia, a partire dal sedicesimo secolo, ha messo troppa enfasi nelle parole della Bibbia, o del Vaticano o dei professori, ha messo tutte le uova nel paniere delle parole, parole umane, e ha dimenticato la seconda fonte della rivelazione, la natura!
Il Maestro Eckhart disse, “Ogni creatura è la parola di Dio e un libro su Dio”. In altre parole, ogni creatura è una Bibbia. Ma come ci avviciniamo alla saggezza biblica, alla saggezza sacra delle creature? Col silenzio. C’è bisogno di un cuore silente per ascoltare la saggezza del vento, degli alberi, dell’acqua e della terra. Nella nostra ossessiva cultura verbale, abbiamo perso il senso del silenzio. Schumacher disse, “Siamo ormai troppo intelligenti per sopravvivere senza saggezza”. Continua...
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I SISTEMI DELLO YOGA
L’essenza dello yoga è il contatto della coscienza umana individuale con la coscienza divina. Lo yoga è l’unione tra ciò che nel giuoco dell’universo è stato separato dal suo vero Sé, e dalla sua stessa origine ed universalità. Il contatto può aver luogo in qualsiasi punto di questa coscienza varia e complessa che chiamiamo la nostra personalità. Può effettuarsi nel fisico per mezzo del corpo, nella mente, sia attraverso le emozioni del cuore o la volontà attiva e l’intendimento, sia con la conversione della coscienza mentale in tutte le sue attività. Può anche compiersi attraverso un risveglio diretto alla Verità e alla Beatitudine universali o trascendenti quando nella mente l’ego centrale si converte.
Il punto di contatto che scegliamo determina il tipo di yoga che praticheremo.
Se fissiamo lo sguardo sul principio centrale delle principali scuole di yoga ancora diffuse in India, vediamo che queste si presentano secondo un ordine ascendente che parte dal gradino più basso della scala – il corpo – ed arriva in alto fino al contatto diretto dell’anima individuale con il Sé trascendente e universale.
Lo Hatha yoga sceglie il corpo e le funzioni vitali come strumenti di perfezione e di realizzazione; la sua attenzione è rivolta al “corpo grossolano”.
Il Raja yoga sceglie come leva l’essere mentale e le sue differenti parti; si concentra sul “corpo sottile”.
La triplice via delle Opere, dell’amore e della Conoscenza prende come punto di partenza una parte qualsiasi dell’essere mentale – la volontà, il cuore o l’intelletto – e cerca con la loro conversione di raggiungere la Verità liberatrice, la Beatitudine e l’Infinità che sono la natura stessa della vita spirituale.
Nello Hatha yoga lo strumento è il corpo e la vita. Tutti i poteri del corpo vengono calmati, fusi, purificati, sollevati e concentrati sino a raggiungere i più estremi limiti e oltre, mediante le asana (posture del corpo) e altri processi fisici; il potere vitale viene esso pure purificato, accresciuto, concentrato dalle asana e dal pranayama (esercizi di respirazione). Infine questa concentrazione di poteri viene proiettata su quel centro fisico del corpo umano in cui la coscienza divina si trova nascosta : il “muladhara” , situato alla base della colonna vertebrale.
Il potere di Vita, il potere della Natura, arrotolato su se stesso, nel più basso dei plessi nervosi dell’essere terrestre, con tutte le sue forze segrete assopite, si risveglia e salendo di centro in centro (chakra) risveglia al suo passaggio le forze contenute in ogni centro successivo – la vita nervosa, il centro emotivo, la mente ordinaria, la parola, la visione, la volontà, la conoscenza superiore – per poi incontrare attraverso ed oltre il cervello, la conoscenza divina con cui si fonde.
Nel Raja Yoga lo strumento scelto è la mente. Dapprima la mente viene disciplinata, purificata e diretta verso l’Essere divino, poi, mediante un sommario procedimento di asana e pranayana, la forza fisica del nostro essere viene calmata e concentrata, mentre la forza vitale liberata assume un movimento ritmico ascendente, che può essere arrestato e concentrato in un potere di azione superiore finché la mente si depura delle sue agitazioni, emozioni e abitudini di pensiero, liberandosi dalle distrazioni e dispersioni, e in virtù di tale superiore forza di concentrazione sfocia in una trance di completo assorbimento.
Con questa disciplina si ottengono due risultati: uno temporale e uno eterno. In virtù della concentrazione il potere mentale acquisisce capacità supernormali di conoscenza ed efficace volontà, una profonda e luminosa virtù ricettiva e una potente luce irradiante tutto il pensiero, che superano di gran lunga le facoltà concesse alla mente normale; ottiene infine poteri yoghici e occulti, intorno ai quali si è avvolto tanto gratuito e tuttavia forse salutare mistero. Però, lo scopo finale, la conquista veramente importante, è rappresentato dal fatto che la mente, calmata e immersa in una assorta trance, può perdersi nella coscienza suprema, e l’anima liberata può unirsi al Divino.
La Triplice Via sceglie come strumento nell’essere umano i tre poteri principali della vita mentale dell’anima.
La via della Conoscenza sceglie la ragione e la visione mentale e mediante la purificazione, la concentrazione ed una certa disciplina nella ricerca di Dio, trova il mezzo per raggiungere la conoscenza e la visione supreme: conoscenza di Dio e visione di Dio. Il suo scopo è di vedere, conoscere ed essere il Divino stesso.
La via delle Opere sceglie per suo strumento la volontà dell’artefice delle opere, fa della vita un’offerta sacrificale alla Divinità, e mediante la purificazione, la concentrazione ed una certa disciplina di sommissione alla Volontà divina la rende un mezzo di contatto e di crescente unità dell’anima dell’uomo col divino Maestro dell’universo.
La via della Devozione predilige i poteri emotivi ed estetici dell’anima e volgendoli verso il Divino con perfetta purità e intensità e con infinita passione di ricerca, ne fa il mezzo per possedere Dio in uno o più rapporti di unità con l’Essere divino. Tutte queste vie tendono, ciascuna a suo modo, all’unione o all’unità dell’anima umana con lo Spirito supremo.
Ogni yoga, nel suo processo, assume i caratteri dello strumento che usa: così il procedimento dello Hatha yoga è quello psico-fisico; il procedimento del Raja yoga quello mentale e psichico; la via della Conoscenza è spirituale e conoscitiva; la via della Devozione è spirituale emotiva ed estetica; e quella delle Opere è spirituale e dinamica nella sua azione.
Ogni yoga si conforma a modo proprio al suo potere caratteristico. Ma in realtà tutti i poteri si fondono in uno solo, ed ogni potere è in fondo un potere dell’anima.
Sri Aurobindo La sintesi dello yoga
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