Oggi non è più chiamata schiavitù,
è chiamata libero mercato

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BIONoNBIO
Per un biologico davvero naturale
BIONoNBIO
IL CIBO COSMICO
Per prima cosa conoscere il cibo.Dal cibo tutti gli esseri sono nati, col cibo essi vivono, verso cibo essi muovono. Al cibo tutti ritornano.
da Upanishad
IL MANIFESTO
DEL CONTADINO IMPAZZITO

<b>IL MANIFESTO<br> DEL CONTADINO IMPAZZITO </b>








libero adattamento
del Manifesto di Wendell Berry


Se amate il guadagno facile,
l’aumento annuale di stipendio,
le ferie pagate.
Se desiderate sempre più cose prefabbricate,
se avete paura di conoscere i vostri vicini di casa,
se avete paura di morire….
allora nemmeno il vostro futuro
sarà più un mistero per il potere,
la vostra mente sarà perforata in una scheda
e messa via in un cassettino.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno,
quando vi vorranno far morire per il profitto
Continua...
ANIMA DEL BIOLOGICO
OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

ANIMA DEL BIOLOGICO <br>OVVERO IL BIO OLTRE IL MERCATO

di Maurizio Di Gregorio

Il Bio, (l’alimentazione, l’agricoltura e la cultura del biologico),  ha superato  in Italia i 50 anni, l’età di un giovane adulto. Se ne parla spesso come di un mercato che è poi il punto di incontro dei suoi tre componenti. La diffusione di un'agricoltura e di una alimentazione naturali, sane equilibrate e nonviolente sono il bel risultato ottenuto grazie al lavoro, all’impegno, alla visione e al sogno di tanti uomini e donne che sono stati in questi anni i pionieri fondatori e costruttori del biologico. Come ciò è stato possibile in una nazione che ha espresso il più piccolo movimento ecologista, è una curiosità speciale. Qui vogliamo trattare del bio oltre il mercato, cioè del bio come pratica di vita, cultura vissuta, intenzione originaria ed anima che si realizza. A 50 anni bisognerebbe occuparsene.  Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1
TERRA, ANIMA, SOCIETA' Vol. 1 A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo
  
Questo libro raccoglie una serie di straordinari articoli, raccolti in due volumi, della prestigiosa rivista internazionale Resurgence che celebra la pubblicazione del 200° numero. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo. Una visione in cui natura, società, spiritualità sono parti integranti l’uno dell’altra. Nel corso della vita possiamo imparare a riconoscere i problemi del mondo e possiamo imparare ad affrontare anche i quesiti più profondi della nostra esistenza, ma dovremmo anche imparare a riconoscere il legame imprescindibile tra noi e il mondo.
Continua...
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE

di Edward Goldsmith

In tutto il mondo i piccoli produttori di generi alimentari e i commercianti di tipo tradizionale stanno progressivamente chiudendo a causa di gravose leggi dello Stato, che impongono spese fuori dalla loro portata in nome dell' "igiene". Ma è quest'ultimo il vero motivo che fa chiudere i piccoli produttori alimentari e lascia che le grandi industrie ripuliscano il loro mercato? Per i piccoli produttori alimentari e i commercianti di ogni tipo diventa sempre più difficile sopravvivere da soli nel contesto di un'economia globalizzata e impegnata a massimizzare il commercio e lo sviluppo. Tale tendenza si è enormemente accentuata grazie anche alle regole imposte dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che obbliga i governi ad aprire i mercati nazionali agli alimenti di importazione, in particolare a quelli, solitamente ben sovvenzionati, degli Stati Uniti. Il prezzo della soia importata in India e proveniente dagli USA sarebbe di 34,8 dollari al quintale, invece degli attuali 15,5, se il governo americano non lo sovvenzionasse. [1] Nessun contadino, né in India né altrove, può competere con questo prezzo. Continua...
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2
TERRA, ANIMA, SOCIETA' vol. 2 di A.a.V.v. Resurgence Book
se vuoi comprarlo

E' il secondo volume della selezione di articoli pubblicati nel corso degli anni dalla prestigiosa rivista inglese "Resurgence", diretta da Satish Kumar, che da oltre 40 anni coniuga insieme ecologia profonda, temi sociali e crescita interiore spirituale. Tratta di temi tutti attualissimi e scritti, come contributo volontario, da autori di fama internazionale quali Vandana Shiva, Noam Chomsky, Fritjof Capra, James Lovelock, Matthew Fox, Theodore Roszak, Lester Brown, Larry Dossey e tanti altri. Cos’è Resurgence? È una rivista con molte idee e visioni originali che aiutano a costruire una prossima era ecologica, un’era che unirà la terra, il sé e la società. Resurgence ci parla della fondamentale distruttività della globalizzazione economica; il bisogno di “un’economia come se la gente contasse qualcosa”, l’importanza del rapporto umano, la spiritualità, la ruralità, la nonviolenza e il Terzo Mondo.
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LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
LA TRUFFA E' EXTRAVERGINE
Marchi nobili. Etichette curate. Ma aziende inesistenti. E nelle bottiglie non c'era olio d'oliva. Una banda ha venduto in Italia e in Europa 100 tonnellate di liquido sospetto Li hanno bloccati sul più bello. L'olio extra vergine pugliese, "quello tinto con la clorofilla... che è veleno ed è pure cancerogeno", ridevano per telefono, stava per sbarcare negli Stati Uniti. I container pronti, gli acquirenti già trovati: sono arrivati i carabinieri e hanno sequestrato tutto. Intanto però avevano già invaso i piccoli market di Milano e provincia. Ma anche molti negozi in Germania, Svizzera, e per rimanere in Italia, in Toscana, Liguria, Veneto. Il prossimo business era quello dell'Europa dell'est. In un anno e mezzo avevano messo già sul mercato 400 mila lattine di olio contraffatto, cattivo e pericoloso per la salute dell'uomo. "Ma in fondo, noi, mica spacciamo droga. Non facciamo niente di male", si rincuoravano tra loro. Continua...
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?
CONSUMARE VERDE O CONSUMARE MENO?

di George Monbiot

Molti comprano prodotti biologici convinti di salvare l’ambiente. Invece di nuovi consumi serve un cambiamento politico. Non andare avanti così. I climatologi avevano detto che gli inverni sarebbero stati più umidi e le estati più secche. Quindi non possiamo dire che le inondazioni siano dovute ai cambiamenti del clima, ma neanche che siano compatibili con attuali modelli climatici.
A causa dell'innalzamento del livello dei mari e della maggiore quantità di pioggia caduta durante l'inverno, basterà che lo straripamento dei fiumi coincida con l'alta marea di primavera per creare i presupposti per una catastrofe. Il nostro principale obiettivo deve essere impedire che i ghiacci della Groenlandia e dell'Antartico occidentale si sciolgano. L'unica cosa che dobbiamo chiederci a proposito dei cambiamenti climatici e' come evitare che ciò succeda. Sono uscite decine di libri e sembrano dare tutti una risposta: possiamo salvare il mondo scegliendo uno stile di vita più saggio e più verde. A luglio il Guardian ha pubblicato un estratto del nuovo libro di Sheherazade Goldsmith, che ci spiega "come vivere entro i limiti della natura".
È facile: basta farsi da soli il pane, il burro, il formaggio, la marmellata e i sottaceti, tenere una mucca da latte, avere un po' di maiali, capre, oche, galline, anatre, alveari, giardini e frutteti. Be', che state aspettando? Continua...
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
ATTENTI A QUEGLI 8: I VELENI IN TAVOLA
Pesticidi.
Antiparassitari e diserbanti chimici sono impiegati nelle coltivazioni di frutta e ortaggi e contaminano tutto il ciclo alimentare. Sono state trovate tracce persino nel latte materno. Questi trattamenti sono ancor più intensivi per i prodotti fuori stagione che è bene evitare. I prodotti biologici sono, naturalmente, esenti dalla presenza di residui chimici.

Metalli pesanti.
I metalli pesanti come mercurio, piombo, cadmio e il cromo, contaminano prevalentemente il pesce. Sono a rischio anche le coltivazioni e gli allevamenti vicini a discariche che non garantiscono la completa impermeabilità del suolo.

Mangimi.
In Europa ed in Italia polli e vitelli vengono
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Alimentazione


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BEVIAMO E MANGIAMO PLASTICA,
CAMBIAMO DIETA!

BEVIAMO E MANGIAMO PLASTICA,<br> CAMBIAMO DIETA!


di Redazione AsSIS

Si sente parlare sempre più spesso di microplastiche. Il nostro pianeta ne è invaso, i nostri mari disseminati, i pesci che peschiamo ne hanno all’interno in grandi quantità, così come i nostri alimenti, primi tra tutti il sale, che portiamo sulle nostre tavole tutti i giorni.  Tante sono le ricerche che ci spingono a riflettere sulla gravità della situazione in cui il nostro pianeta, e la nostra salute di conseguenza, si trovano. È arrivato dunque il momento di cambiare. Sì, ma come? Partiamo dalle nostre abitudini, informandoci su quali sono le possibili alternative.
Ecco l’ennesimo articolo che parla di plastica e diffonde allarmismo sui danni che sta creando, penserete voi. Esatto, proprio così! Perchè nonostante siano sempre di più gli studi che ci confermano, con dati alla mano, quanto preoccupante sia la situazione odierna legata alle microplastiche le nostre buste della spesa sono ancora piene di involucri e contenitori di plastica di ogni forma e colore. Alziamo gli occhi, guardiamoci intorno: siamo circondati! La plastica ha sostituito molti dei tanti altri materiali che in passato venivano utilizzati. Che fare dunque?
La perdita di controllo L’uso, e di conseguenza la produzione, di plastica – nel giro di pochi decenni – ha raggiunto la cifra incredibile di 8,3 miliardi di tonnellate. Prodotti monouso – che dunque per loro natura si trasformano molto rapidamente in rifiuti – la fanno da padroni in questo “settore”. “Production, use, and fate of all plastics ever made”1, pubblicato su Science Advances, è stato il primo studio dedicato alla plastica prodotta a livello globale e al suo relativo “smaltimento”. Da questo studio risulta che degli 8,3 miliardi di tonnellate prodotti, 6,3 sono diventati rifiuti; tra questi solo il 9% è stato riciclato, mentre il 79% si sta accumulando nelle discariche o viene disperso nell’ambiente, finendo prima o poi in gran parte nei nostri mari. A questo proposito Roland Geyer, leader dello studio, ha affermato: “Non puoi gestire ciò che non misuri. Non si tratta solo del fatto che produciamo tanta plastica, ma che continuiamo a produrne altra, anno dopo anno”.Secondo Greenpeace, infatti, finiscono negli oceani ogni anno dai 4,7 ai 12,7 milioni di tonnellate di plastica: una media di 8 milioni di tonnellate che sta trasformando i nostri mari nella più grande discarica del mondo.3
La situazione in Italia? Il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi (Corepla)4 evidenzia che, dai dati raccolti nel 2017, solo il 43,5% della plastica utilizzata viene realmente trasformata in nuovi oggetti, mentre il 40% finisce nei termovalorizzatori per la produzione di energia e il 16,5% in discarica. Continua...

IL VELENO NEL PIATTO
IL VELENO NEL PIATTO

di Maurizio Di Gregorio

La multinazionale di biotecnologie agrarie Monsanto è stata condannata a pagare un risarcimento di 289 milioni di dollari a favore del 46enne Dewayne Johnson, custode e giardiniere di istituti scolastici nella zona di San Francisco, a cui è stato diagnosticato un linfoma non-Hodgkin dopo aver utilizzato alcuni prodotti dell’azienda. La Monsanto ha già annunciato che ricorrerà in appello, ma la sentenza pronunciata, a San Francisco, dal tribunale è storica. Intanto perché Johnson, padre di due figli di 10 e 13 anni, è il primo tra migliaia di querelanti ad aver portato in tribunale e fatto condannare il gigante dell’agrochimica. E poi, nel merito, perché il Tribunale ha aggiunto un tassello all’annosa questione della cancerogenicità del glifosato.1
Questa la notizia sui giornali italiani che ricordano anche come a novembre 2017 i paesi Ue riuniti in Comitato d’appello abbiano votato a favore del rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida glifosato per cinque anni. A favore si sono espressi 18 Paesi, 9 i contrari (tra cui l’Italia), astenuto il Portogallo. In Italia, però, resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da ‘gruppi vulnerabili’ come parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie. Un divieto scattato per effetto del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 che non è stato modificato dalla decisione dell’Unione Europea.2
Infatti sul Fatto Quotidiano campeggia, sopra l’articolo il seguente titolo: Usa, Monsanto condannata a risarcire giardiniere: “Glifosato causa tumore”. In Ue pareri discordanti. Ma in Italia è vietato.3
Ad una lettura veloce resta l’impressione rassicurante che il glifosato che causa tumore sia in Italia vietato. Leggendo con più calma il breve articolo troviamo specificato “che In Italia, però, resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da ‘gruppi vulnerabili’ come parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”. 4 
Quindi anche leggendo l’articolo oltre il titolo resta una impressione di fondo positiva perché si specifica che il glifosato  è vietato in tanti posti.
Questo tipo di informazione però è ingannevole. Non si specifica infatti che il glifosato è il principale e più diffuso pesticida in agricoltura, e che in Italia il suo uso resta permesso in questo ambito senza alcuna limitazione. Continua...
SANDOR KATZ
IL MAESTRO DELLA FERMENTAZIONE

SANDOR KATZ<BR> IL MAESTRO DELLA FERMENTAZIONE

di Elvan Uysal

Si chiama Sandor Ellix Katz e negli Stati Uniti è considerato il maestro indiscusso delle fermentazioni. Lo abbiamo incontrato per una due giorni in Toscana per parlare di kombutcha, kefir, yogurt, pasta madre. Ecco cosa ci ha spiegato:
L’attività batterica per millenni è stata vista come la mano di Dio sulla terra. Una bacchetta magica invisibile, che fa diventare l’uva vino, l’orzo birra: una magia che fa durare il cibo tutto l’inverno in posti in cui è impossibile avere coltivazioni nei lunghi mesi troppo freddi e che fa gonfiare l’impasto di acqua e farina per il pane. Poi è arrivato Pasteur e ha tolto la maschera ai batteri: sono apparsi i tanti microorganismi che si divertivano a fare giochi alchemici. Così è cominciata l’era della disinfezione, dell’igiene, delle selezioni batteriche, dei vaccini… ma oggi, dopo 150 di lotta ai batteri e di loro iper-selezione, siamo nel bel mezzo di una nuova rivoluzione: quella che inneggia al “selvaggio”.
Vogliamo vini fermentati dai lieviti (batteri) autoctoni e spontanei, birre il più naturali possibile, cibi (tra cui i formaggi) selvaggi. Per capirne qualcosa di più, abbiamo passato due giornate in Toscana con Sandor Ellix Katz, un maestro della fermentazione selvaggia di verdura e frutta. Il suo nome in Italia dice poco, anche perché i suoi tanti libri in inglese non sono stati ancora tradotti. Ma per il piccolo mondo dei fan dei cibi a fermentazione spontanea, Katz è una rock star: così lo definisce il New York Times, che ha dedicato un cortometraggio a questo signore che è un guru suo malgrado. Sono oltre 25 anni che Katz si occupa di fermentazioni ed è venuto in Italia per raccontare le sue esperienze presso la Komunità Errante Kefir guidata da Annalisa Nardi e Tomáš Jelinek: un workshop intensivo di due giorni per apprendere le regole della fermentazione fatta in casa e rendersi conto che di regole… non ce ne sono affatto.
Lui, newyorkese di famiglia ebrea, è una persona molto attiva politicamente e lavora nel campo della comunicazione. Quando scopre di avere l’HIV, decide di cambiare vita e si trasferisce in Tennessee, all’interno di questa comunità comincia ad appassionarsi ai fermenti. È il suo modo per combattere la malattia: una vita sana, un’alimentazione sana e gustosa che fa bene al corpo e allo spirito. “Per me la fermentazione è una questione soprattutto di gusto”sorride Sandor “Io credo ai medici e alla medicina tradizionale, così come a quella alternativa: punto a prendere il bello da tutto e non riesco a credere che ci sia un solo modo di pensare e di vivere. Il limite è solo il cielo: è il mio motto. E le mie ricette, i miei insegnamenti non sono dogmi: sono condivisione di esperienze, stimoli”. Probabilmente non c’è cibo fermentato commestibile sulla terra che lui non abbia assaggiato, ma non si dichiara un’autorità. Continua...
LA RIVOLUZIONE MACROBIOTICA
LA RIVOLUZIONE MACROBIOTICA


di Daniele Balicco

Più il capitalismo si sviluppa, più costruisce la fame. Di questo era sicuro Amedeo Bordiga, (...) che sostiene con chiarezza lapidaria una tesi semplice, benché sconfortante: “mai la merce sfamerà l’uomo”. Sembra quasi paradossale, ma a distanza di sessant’anni, la sua proverbiale rigidità ideologica parla al nostro presente con più chiarezza di molti sofisticati strumenti teorici. Basta scorrere il documento che ogni anno la FAO pubblica sullo stato dell’insicurezza alimentare nel pianeta per trovare, in quella sequenza implacabile di numeri e grafici, più di una conferma a quest’antica tesi; che poi è marxiana. Stando solo ai dati pubblicati nel 2012, nel pianeta un abitante su otto soffre la fame; si stimano, più o meno, 870 milioni di persone, la maggior parte in Africa. E tuttavia questo dato macroscopico rivela solo la contraddizione primaria della logica produttiva che ci governa. (...)
Per questa ragione serve a poco – lo sostiene perfino la FAO – aumentare la quantità prodotta di cibo, mantenendo l’attuale struttura produttiva mondiale. Perché è il modoe la qualità della sua produzione che va radicalmente ripensata; senza perdere altro tempo. Può sembrare incredibile, ma una parte importante di questi immani dilemmi planetari sono stati sciolti con una serie di proposte pratiche, sperimentate in oltre quarant’anni di lavoro, da un “piccolo” movimento italiano: il movimento dei centri UPM (Un punto macrobiotico) di Mario Pianesi. La storia di questa associazione, organizzata in una rete di piccole realtà (ristoranti, negozi, cooperative, forni, piccole imprese, centri culturali) disseminate a macchia di leopardo un po’ in tutt’Italia e coordinate da una segreteria centrale a Tolentino, in provincia di Macerata, è la storia di un movimento autonomo che è stato capace di costruire – senza aiuti dallo Stato e pubblicità alcuna – un intero ciclo produttivo protetto in una sorta di mercato autoregolato e una rete internazionale di cooperazione scientifica di primissimo livello. Continua...

MANGI UN BUON PANE?
MANGI UN BUON PANE?

di Giulio Ambrosetti

Come verificare, nella nostra casa, se il pane che mangiamo contiene o no micotossine. Ecco come verificarlo. Si tratta di un accorgimento semplicissimo. Ce lo illustra Saverio De Bonis, tra i protagonisti di GranoSalus, l’associazione di agricoltori del Sud Italia che si accinge a promuovere i controlli su tutti i derivati del grano. Il metodo per riconoscere se il pane è buono – che ognuno di noi potrà praticare in casa – ci tutela solo dalle micotossine. Per escludere l’eventuale presenza di glisofato e di altre sostanze bisognerà attendere le analisi più sofisticate. Ma eliminare, con un accorgimento semplicissimo, il pane con le micotossine è già un grande passo in avanti.
Ieri abbiamo iniziato ad aprire una ‘finestra’ sul mondo del pane. E l’abbiamo fatto ponendoci una domanda: che cosa c’è nel pane che mangiamo ogni giorno? Per una Regione come la Sicilia – dove la coltivazione dei cereali interessa una superficie che oscilla da 300 a 350 mila ettari – ci sembra una domanda obbligatoria. E lo è, in generale, per tutto il Sud Italia, dove la coltura del grano è molto diffusa, dalla Puglia alla Basilicata al Molise, per citare solo alcune Regioni.
Abbiamo già iniziato a ragionare sulla qualità del grano duro del Mezzogiorno d’Italia. Insieme con Saverio De Bonis, tra i protagonisti di GranoSalus – associazione che raccoglie tanti agricoltori meridionali attorno a un progetto di rilancio del grano duro del Sud d’Italia – abbiamo indicato ai consumatori dove poter trovare la pasta prodotta con grano duro delle nostre contrade, che, grazie al nostro clima caldo, è naturalmente priva di micotossine.Continua...
L'AUTENTICO BIO DELLA MACROBIOTICA
L'AUTENTICO BIO DELLA MACROBIOTICA


di Maurizio Di Gregorio

Un interessante articolo di Donata Marrazzo (Sole 24ore - 30 giugno 2016) introduce il tema della certificazione Biologica ricercata e conseguita da Mario Pianesi e da Un Punto Macrobiotico. La cosa è di maggior interesse proprio ora che si è abbattuta su di loro una campagna mediatica con probabili finalità diffamatorie, ricavata da una indagine di polizia scaturita dalla denuncia di alcuni ex appartenenti all'associazione Un Punto Macrobiotico. Come i circa centomila iscritti all'Associazione Un Punto Macrobiotico sanno come clienti dei negozi bio e dei ristoranti macrobiotici della catena, l'attenzione assoluta e prioritaria alla qualità e naturalezza dei cibi ha portato a sviluppare un metodo di certificazione supertrasparente con una tracciabilità anche sociale al 100%.
Come riporta Donata Marrazzo nel suo bell'articolo sull'argomento: "La tracciabilità alimentare è molto più un elenco di informazioni obbligatorie trascritte in etichetta, come stabilito a livello comunitario. Per Mario Pianesi, pioniere  della Macrobiotica in Italia, è un compendio sulle caratteristiche degli alimenti, una tabella dettagliata che riporta perfino  la quantità di CO2  emessa durante la coltivazione, la percentuale dell’ acqua e dell’ energia utilizzata.  Dunque,  indica materie prime,  metodi di lavorazione, trasformazioni e mescolanze. In più, il prezzo all’origine dell’alimento e il numero di persone impiegate nelle aziende: è  il metodo pianesiano contro lo sfruttamento del lavoro agricolo.
Non è una questione formale o  un’ossessione da ortoressia: l’Etichetta trasparente pianesiana, messa a punto già negli anni ’80, è uno strumento definitivo per la tutela dei consumatori e dell’ambiente.  Un ostacolo alla diffusione delle agromafie, come è stato ricordato nel corso del convegno dedicato a Sicurezza alimentare ed etichettatura: la proposta pianesiana. Continua...

PUNTO MACROBIOTICO: INDAGINE O MONTATURA?
PUNTO MACROBIOTICO: INDAGINE O MONTATURA?


di Redazione FioriGialli

Invitiamo a fare attenzione !! Nei giorni scorsi sono state riprese dai media nazionali le notizie di una indagine a carico di Mario Pianesi e di Un Punto Macrobiotico. Quasi tutti gli articoli riportano i dati di un unico comunicato stampa che abbiamo individuato come fonte primaria della notizia e che nel suo insieme presenta vari aspetti di superficialità se non dire di capziosità.Stiamo attendendo dati ulteriori per poter farci una idea più chiara. Invitiamo intanto a non credere a questo articoli stampa accusatori che girano in questi giorni: l'insieme sembra essere una montatura colossale ai danni della Macrobiotica e del Punto Macrobiotico.
Riflettete sul fatto che a partire dalla questione dei 12 vaccini obbligatori si sta verificando un attacco complessivo al mondo del naturale e della medicina naturale. Ad esempio recentemente tutti insieme:in America muoiono nell'arco di 5 mesi 28 naturopati che studiavano i tumori o i vaccini. In Italia aboliscono il corso di Laurea in Erboristeria e cercano di chiuderle tutte. Nel programma recente Rai di Presa Diretta l'omeopatia viene messa in cattiva luce con un modo di informare tendenzioso, la Confagricoltura di qualche posto emette un comunicato che sostiene che il Biologico sia una Fake New, sulla stampa continuamente si fanno accuse alla alimentazione vegetariane e vegana, il capo della Nestlè sostiene che i gli esseri umani non hanno diritto ad accedere liberamente all'acqua che vorrebbe fosse affidata in tutto il mondo a loro e via dicendo  Continua...

GIU' LE MANI DA MARIO PIANESI
GIU' LE MANI DA MARIO PIANESI

di Mauro Pasquinelli

La notizia è di quelle che fanno tremare le coscienze: Mario Pianesi [nella foto] sua moglie e due stretti collaboratori sono indagati dalla procura di Ancona per "associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattatamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale". Il “guru” Mario Pianesi, secondo gli inquirenti sarebbe a capo di una "psico-setta che manipolava i seguaci della sua dieta fino a gestirne l’intera vita e pretendere da loro donazioni in denaro". 
Sono un frequentatore assiduo dei ristoranti di Mario Pianesi, tesserato, più volte anche abbonato e posso testimoniare con fervore che entrando nei suoi punti vendita ho potuto sperimentare esattamente l’opposto dei capi di accusa lanciati dalla procura di Ancona. Precisamente un clima di pace, di serenità, di armonia tra i collaboratori, che consente gioiosamente di staccare la spina dallo stress e dalla nevrosi delle relazioni moderne fondate sugli interessi della psico-setta di massa del potere economico neoliberista. Ma soprattutto ho potuto godere di una alimentazione sana, senza concimi chimici, biologica, rispettosa di una etica profonda del rapporto tra uomo e natura e tra uomo ed animali. 
L’associazione di Pianesi conta 100.000 tesserati e mi resta difficile supporre che 99.997 di loro non si siano mai accorti delle infamie che gli sono piovute addosso in queste ore, tramite le confessioni piu’ o meno pilotate di tre loro componenti! Continua... 
AMARANTO SFIDA MONSANTO
AMARANTO SFIDA MONSANTO

di Redazione FioriGialli

Una pianta sacra degli inca attacca la coltivazione transgenica e sfida la Monsanto. Negli Stati Uniti gli agricoltori hanno dovuto abbandonare cinquemila ettari di soia transgenica e altre cinquantamila son gravemente minacciate. Questa situazione è dovuta ad un'erba infestante, l'amaranto (conosciuta in Perù come kiwicha) che ha deciso di opporsi alla multinazionale Monsanto, tristemente famosa per la sua produzione commerciale di semi transgenici. Nel 2004 un agricoltore di Atlanta dimostrò che alcuni germogli di amaranto resistevano al potente erbicida Roundup. I campi vittime di questa infestazione di amaranto erano stati seminati con semi Roundup Ready, che contengono un gene resistente all'erbicida. Da allora la situazione è peggiorata e il fenomeno si è esteso verso la Carolina del Sud e del Nord, Arkansas, Tennessee e Missouri. Secondo un gruppo di scienziati britannici del Centro per l'Ecologia e l'Idrologia, si è prodotto un trasferimento di geni tra la pianta modificata geneticamente e alcune erbe infestanti come l'amaranto. Questa constatazione contraddice le affermazioni dei difensori degli organismi geneticamente modificati: un'ibridazione tra una pianta modificata geneticamente e una pianta non modificata è semplicemente “impossibile”.
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CIBO PER IL CAMBIAMENTO
CIBO PER IL CAMBIAMENTO

intervista a Michael Pollan

Le etichette vendono oggi una moltitudine di proprietà benefiche del cibo. Come ci si può accertare se è vero? La cosa migliore sarebbe tenersi lontani dal cibo inscatolato che contiene una lista molto lunga di ingredienti. Quanto più è corta meglio è. Uno solo sarebbe l' ideale! Lei cosa mangia? Per colazione prendo una ciotola di fiocchi di avena e frutta. Ieri ho preso uovo strapazzato. Cibo normale. Il  grande cambiamento nella mia dieta da quando ho iniziato a scrivere di alimentazione è che mangio meno carne (due volte alla settimana), mai industriale (solo di piccole fattorie che conosco e di animali alimentati con erba). E cucino molto di più. Quando una persona cucina si alimenta meglio perché non metterà mai tanto zucchero, sale o grassi idrogenati quanto quelli che metterebbe una marca di alimentazione industriale. Se hai una possibilità di cambiamento, che sia questo: cucina. Lei sostiene che si dovrebbe ritornare a mangiare ciò che cucinavano nostre nonne. Allora non c'erano tanti studi sulle proprietà degli alimenti. Queste conoscenze hanno contaminato l'alimentazione? La scienza della nutrizione ci ha aiutato a mangiare meglio. In certi casi ha reso le cose peggiori. Come quando ci hanno detto di sostituire il burro animale con la margarina vegetale. Entrambe contengono ingredienti artificiali molto pericolosi per la salute. Si! In questo caso avremmo dovuto ascoltare nostre nonne!
Che pericolo vede nel biologico? L'etichetta bio è affidabile per quanto riguarda la crescita del prodotto senza fertilizzanti artificiali e pesticidi chimici. Però le regole non sono tanto esigenti come dovrebbero.
Come la crisi sta influenzando il modo di mangiare? Ci sono due tendenze contraddittorie. La gente sta diminuendo le proprie esigenze e ricorrendo sempre più a ristoranti di cibo spazzatura, quello più economico. È scoraggiante. D'altra parte, sempre più gente cucina in casa (per evitare spese fuori) e per di più coltiva un proprio orto. Questo presuppone abitudini più salutari. [...] Continua...
LA MAFIA A TAVOLA
LA MAFIA A TAVOLA

di Redazione Fiori Gialli

La mafia si siede a tavola con noi, è tutti giorni il nostro invitato speciale. Il cibo che arriva nelle nostre cucine, le verdure di cui ci riempiamo il frigorifero, sono l'ennesimo business della camorra. Ma non c'è da pensare che qualche mafioso abbia pensato di trasformarsi in contadino, di sporcarsi le mani di terra, per cavalcare il grande affare. Per farlo bastano chilometri di strade e autostrade e qualche agenzia di trasporto merci sguinzagliata da nord a sud per gonfiare il prezzo delle verdure. E' la triste storia di ciò che mangiamo. È la triste storia di chi produce il nostro cibo. I contadini si incontrano la mattina al Mof, il mercato di Fondi, in cui le regole sono già state decise e dove tutto il prodotto viene portato via senza che se ne sappia più niente. Chi vende le proprie merci al mercato paga il 14% di imposta, si intasca pochi euro e qualche giorno dopo ritrova i propri prodotti al banco del market sotto casa, ammaccati, dopo circa centinaia di chilometri aggiuntivi che hanno permesso ai prezzi di triplicare. Un chilo di pomodorini viene venduto dal coltivatore di Fondi a 0,85 centesimi, parte poi per centinaia di chilometri, arriva a Milano, dove il grossista di turno lo compra a 1,95 centesimi, ma non per rivenderlo in Brianza o a Varese, ma per prolungare la sua corsa e rispedirlo a percorrere le autostrade.
CUCINARE AD ANANDA
CUCINARE AD ANANDA

di Redazione FioriGialli

Il segreto del cibo delizioso servito ad Ananda sta nella gioiosa collaborazione del suo team di appassionati ed entusiasti cuochi, ognuno dei quali conferisce alle pietanze che prepara il proprio tocco speciale.
Christina, la cuoca principale della cucina di Ananda, e Mahiya, l’autrice del libro “Cucinare con Ananda”, ci raccontano un po’ della loro esperienza. Da quanti anni vi occupate di cucina? Ci raccontate qualcosa della vostra esperienza? Christina: La mia esperienza è iniziata in India, nell’Ashram di Sathya Sai Baba dove ho vissuto per qualche anno. All’improvviso a causa della mancanza di cuochi mi sono trovata a dover cucinare per centinaia di persone, pranzo e cena, sette giorni su sette e per giunta con una scarsa conoscenza delle verdure indiane! Grazie a Dio tutto è andato bene. In quel periodo ho studiato anche l’insegnamento dei Grandi Maestri indiani e delle Sacre Scritture sull’alimentazione più consona allo sviluppo dell’aspetto spirituale della nostra vita, e al mantenimento della salute. Ho sperimentato ogni cosa su me stessa e così pian piano ho fatto esperienza.
Continua...
DIETA E SPIRITUALITA' CRISTIANA
DIETA E SPIRITUALITA' CRISTIANA

di Guidalberto Bormolini

Di Guidalberto Bormolini, ciò che colpisce subito, oltre la sua barba che ricorda molto più un guru indiano che non un sacerdote occidentale, è il suo vivere in modo così vero e coerente lo spirito cristiano, nonostante la sua vicinanza a pratiche e filosofie d’origine orientale e la sua convinzione dell’importanza di una dieta appropriata per intraprendere un cammino spirituale.
Cosa puoi dirci del legame tra vita spirituale e alimentazione? "Per chi vuole iniziare un percorso spirituale, la pratica fondamentale da apprendere è quella della meditazione, una forma di preghiera molto intensa che coinvolge tutti e tre livelli dell’essere umano: fisico, psichico e spirituale. Da qui, è importane che anche il primo sia preparato in modo adeguato."  "La meditazione non è esclusivo patrimonio della religione indiana ma fa parte anche della tradizione cristiana, dove si ha la consapevolezza che ogni cibo esercita un’influenza fisica mentale e spirituale sulla natura dell’uomo. Certi cibi sono dannosi per il raggiungimento dell’equilibrio, primo tra tutti la carne, ma non solo quest’ultima. Ad esempio possono risultare molto pesanti anche aglio, funghi, cipolla, uova e formaggio."
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L'UOMO E' ONNIVORO?
L'UOMO E' ONNIVORO?

di Sandra Marcial

La classe dei carnivori si distingue dalla struttura fisica predatoria (artigli, canini sviluppati), mascelle con movimento solo verticale per ghermire e bloccare la preda, intestino breve (solo 3 volte la lunghezza del proprio tronco) per evitare una sosta prolungata della carne ingerita facilmente putriscibile, secrezione gastrica fortemente acida (10 volte più abbondante rispetto ad un animale erbivoro) per digerire le abbondanti proteine, presenza dell’uricasi (enzima che neutralizza l’eccesso di acido urico), mancanza di pori sulla pelle (per evitare fenomeni di cristallizzazione dei sali dell’acido urico e conseguenti artriti), mancanza della ptialina nella saliva (inutile se non si devono digerire amidi), liquidi organici a pH acido, attitudine allo scatto e alla potenza ma scarsa resistenza. La classe degli erbivori è caratterizzata da struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi superiori per addentare frutti e di canini per dilaniare, molari adatti a triturare l’erba, mascella provvista anche di movimento laterale, saliva ricca di ptialina, intestino lungo sino a 20 volte il tronco, 4 stomaci comprensivi di camera di fermentazione
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SALVARE ORTAGGI IN VIA D'ESTINZIONE
SALVARE ORTAGGI IN VIA D'ESTINZIONE

di Alberto Olivucci

Alberto Olivucci, titolare di un’ azienda agricola biologica nelle vicinanze di Pesaro, coltiva nel proprio orto, con lo scopo di salvaguardarle dall’estinzione, antiche varietà di ortaggi, italiane e non, resistenti a malattie e dotate di valide proprietà nutritive. Un’idea che Vita in Campagna propone ai propri lettori affinché contribuiscano alla sopravvivenza di vecchie varietà locali di ortaggi che, per motivi tecnici e commerciali, non si trovano più sui mercati.  «Un pomodoro con quattro volte più vitamina C degli altri, una zucca capace di conservarsi a temperatura ambiente per oltre due anni, un cocomero di grandi dimensioni immune da tutte le più comuni malattie della sua specie. Questo elenco di sorprendenti ortaggi potrebbe sembrare essere frutto di ricerche di miglioramento ottenuto grazie a tecniche di ibridazione e di manipolazione genetica. Invece, niente di tutto questo. Le piante che vi ho appena elencato sono alcuni dei meravigliosi ortaggi di varietà antiche coltivate nel mio orto. Sono certamente varietà rare e di nessuna di queste si trovano in commercio i semi e, in molte casi, sono in via di estinzione». Continua...
LA CHIMICA A TAVOLA
LA CHIMICA A TAVOLA

di Linda Grilli

Nel carrello del supermercato finiscono più cibi freschi e bevande come aranciate e limonate, ma anche latticini e formaggi freschi come la mozzarella. E se nel soft drink appena acquistato non ci fosse neanche l'ombra di un agrume? E la mozzarella è stata prodotta da derivati della caseina al posto del latte? In Italia l'arrivo delle bibite alla frutta senza frutta è stato ancora una volta bloccato, così come quello del vino senz'uva fabbricato con la fermentazione di lamponi o ribes. O il vino rosé ottenuto mescolando vino bianco e rosso invece di vinificare in bianco le uve rosse. Ma altrettantonon si può dire per quello invecchiato usando trucioli di legno al posto delle botti di rovere. O per il cioccolato prodotto con grassi diversi dal burro di cacao. «Il via libera di Bruxelles a questo genere di alimenti confonde i consumatori, disorientati da etichettature non trasparenti, che impediscono di scegliere in modo consapevole» avverte Giuseppina D'Urso, biologa nutrizionista autrice di Mangiando in allegria (Felici Editore, 2008) e consulente dello sportello Mangio sano di BabyConsumers
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I CIBI NOCIVI
I CIBI NOCIVI

I cibi che non ci fanno bene sono i vegetali coltivati con l'uso di pesticidi, con concimi chimici, raffinati, inquinati, manipolati industrialmente , e coltivati fuori stagione. Il pane e le paste alimentari alle quali siano stati aggiunti dei conservanti, i pesci e le carni in scatola, le carni allevate con ormoni, mangimi artificiali, antibiotici, farmaci, alimenti manipolati con coloranti, tossine , i grassi e gli oli raffinati, gli oli estratti a caldo, o con solventi chimici, la pastorizzazione del latte e dei formaggi, l'aggiunta di additivi chimici. Fa anche male l'abuso di zuccheri bianchi, di dolciumi, di farine bianche e grassi idrogenati, non vanno bene nemmeno i cibi preparati artificialmente, surgelati, trattati e precotti., procedimenti che fanno perdere gli elementi nutritivi . L'unica cosa che possiamo fare è ridurre al minimo l'ingestione dei cibi trattati e scegliere quelli naturali a coltivazione biologica e cuocerli il meno possibile in quanto la cottura sottrae sostanze e nutrienti essenziali.

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FOCUS ON FOOD
FOCUS ON FOOD

di Satish Kumar

Il cibo è un microcosmo del macrocosmo. Mangiare il cibo giusto è parte della soluzione ai problemi del cambiamento climatico e della fame nel mondo. Nella tradizione cristiana i banchetti di Natale e della Quaresima sono simboli significativi del giusto rapporto tra uomo e cibo, tra libertà e moderazione e tra la celebrazione e la solitudine. Il banchetto e il digiuno non sono opposti, ma sono complementari. Quando pratichiamo la libertà di banchettare in un contesto di digiuno, ci sono maggiori probabilità di godere della festa senza eccessi. Il digiuno è un grande abilità. Nel romanzo di Herman Hesse, la bella cortigiana Kamala chiede a Siddharta quali siano le qualità in suo possesso per vincere il suo amore. Siddhartha risponde: "Posso pensare, posso aspettare, posso digiunare." Purtroppo, nel mondo moderno, la maggior parte di noi non conosce l’attesa, il digiuno e per questo nemmeno la celebrazione del “banchetto”. Continua...
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE
L'IGIENE CONTRONATURA DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE

di Edward Goldsmith

In tutto il mondo i piccoli produttori di generi alimentari e i commercianti di tipo tradizionale stanno progressivamente chiudendo a causa di gravose leggi dello Stato, che impongono spese fuori dalla loro portata in nome dell' "igiene". Ma è quest'ultimo il vero motivo che fa chiudere i piccoli produttori alimentari e lascia che le grandi industrie ripuliscano il loro mercato? Per i piccoli produttori alimentari e i commercianti di ogni tipo diventa sempre più difficile sopravvivere da soli nel contesto di un'economia globalizzata e impegnata a massimizzare il commercio e lo sviluppo. Tale tendenza si è enormemente accentuata grazie anche alle regole imposte dall'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), che obbliga i governi ad aprire i mercati nazionali agli alimenti di importazione, in particolare a quelli, solitamente ben sovvenzionati, degli Stati Uniti. Il prezzo della soia importata in India e proveniente dagli USA sarebbe di 34,8 dollari al quintale, invece degli attuali 15,5, se il governo americano non lo sovvenzionasse. [1] Nessun contadino, né in India né altrove, può competere con questo prezzo. Continua...
COME NUTRIRE IL MONDO QUANDO FARA' PIU' CALDO
COME NUTRIRE IL MONDO QUANDO FARA' PIU' CALDO

di Edward Goldsmith

Va detto innanzitutto che il cambiamento climatico è in assoluto il problema più preoccupante che l'umanità abbia mai dovuto affrontare. Il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC), nella sua ultima relazione dichiara che in questo secolo si potrebbe verificare un aumento della temperatura media del pianeta fino a 5,8 gradi. Questa cifra non tiene conto di una serie di fattori critici quali la distruzione delle foreste tropicali e di altre aree ricoperte di vegetazione. Tali aree contengono quasi la stessa quantità di carbonio oggi presente nell'atmosfera: seicento miliardi di tonnellate. La maggior parte di queste, molto probabilmente, verranno rilasciate in atmosfera nei prossimi decenni a causa delle crescenti attività, incontrollate, di gigantesche multinazionali del legno. Continua...
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