Diffusissima oramai in tutto il mondo, questa terapia si basa sulla legge di similitudine intuita da Samuel Christian Hahnemann, un medico tedesco. La sua concezione è diametralmente opposta a quella della medicina allopatica che cura con i contrari, (un farmaco combatte i sintomi, è sempre "anti"). In omeopatia invece, si prescrive al malato, a dosi infinitesimali, quella stessa sostanza che in un soggetto sano provoca una serie di sintomi identici a quelli presentati dal malato. L'omeopatia prende inoltre in considerazione l'individualità dei sintomi piuttosto che etichettare il loro insieme come una malattia standard. In omeopatia esiste il malato e non la malattia.
Le principali scuole sono tre, gli unicisti (i medici prescrivono un solo rimedio), i pluralisti, medici che prescrivono diversi rimedi, assunti però separatamente, e i complessisti, che usano formulazioni composte, somministrate nello stesso momento.
Per evitare l'influenza diretta degli elementi usati sull'organismo del paziente, i "marcatori" vengono realizzati attraverso un processo di diluizione delle sostanze originali in acqua distillata che annulla la presenza materiale ma che trattiene una "impronta" virtuale attiva della sostanza volatilizzata. L'acqua utilizzata nel processo di diluizione diviene quindi il "marcatore" omeopatico che una volta somministrato al paziente, in varie forme farmacologiche, è in grado di far rilevare al cervello la sostanza attiva.
Per fare un esempio della "cura del simile con il suo simile", citata da Ippocrate, si può ipotizzare come in una cura omeopatica ad avvelenamento da arsenico la somministrazione di "marcatori" omeopatici solleciti il cervello a prendere attenzione del male fisico ignorato. Una sorta di principio che può essere identico a quello della vaccinazione, dove batteri inattivi fungono da "marcatori" per sollecitare e attivare il sistema immunitario ad una reazione terapeutica.
La medicina ufficiale osteggia questa pratica terapeutica affermando che si tratta di un effetto placebo. Studi omeopatici ribattono dicendo che l'effetto terapeutico si verifica anche in soggetti inconsapevoli e nella cura dei cosiddetti animali.