KRISHNAMURTI Jiddu (1985-1986)
Nato nell’India meridionale, è stato educato in Inghilterra. A 13 anni venne accolto nella Theosophical Society.
Proclamato da molti, fin dalla prima gioventù, maestro spirituale, ha sempre rifiutato l’adulazione e declinato l’autorità di incoraggiare invece la libertà spirituale e la scoperta della comprensione di sé da parte di ciascuno. Fu un maestro difficilmente classificabile, i suoi discorsi e i suoi scritti non erano collegati a nessuna religione in particolare.
Ha consacrato la propria vita all’insegnamento orale e al consiglio e parlò sempre da individuo a individuo percorrendo gli Stati Uniti, l’Europa, l’India ed altre parti del mondo, rivolgendosi a migliaia di persone, sempre indicando a ciascuno la strada per ritrovare l’identità ed il senso di sé.
L’essenza del suo insegnamento è l’aver compreso che i cambiamenti fondamentali nella società possono derivare soltanto dalla trasformazione della coscienza individuale. Sottolineò la necessità di conoscere se stessi e la comprensione degli influssi e dei condizionamenti religioni e nazionalistici.
Ecco come Krishnamurti stesso, su richiesta della sua biografa Mary Lutyens, riassunse il proprio insegnamento: Il cuore dell'insegnamento di Krishnamurti è contenuto nell'affermazione fatta nel 1929: "La verità è una terra senza sentieri". L'uomo non può raggiungerla attraverso nessuna organizzazione, credo, dogma, clero, o rituali, né attraverso lo studio filosofico, o le tecniche psicologiche. Deve trovarla attraverso lo specchio dei rapporti, attraverso il riconoscimento dei contenuti della propria mente e l'osservazione, e non mediante l'analisi intellettuale o la dissezione introspettiva.
Gli uomini hanno costruito in se stessi le immagini della propria sicurezza, religiose, politiche e personali, che si esprimono come simboli idee e credenze. Il loro peso domina il pensiero, i rapporti, la vita quotidiana dell'uomo. Sono la causa dei nostri problemi, perché in qualunque rapporto dividono le persone. La nostra percezione è modellata dai concetti già formati nella mente. Il contenuto della nostra coscienza è la coscienza stessa, ed è comune a tutta l'umanità. La personalità consiste soltanto nel nome, nella forma e nella cultura ricavata dall'ambiente.
La specificità dell'individuo non sta nei fattori superficiali, ma nella totale libertà dal contenuto della coscienza. La libertà non è una reazione, la libertà non è una scelta. E' una pretesa umana pensare che la possibilità di scelta sia libertà. La libertà è pura osservazione senza movente; la libertà non si situa alla fine dell'evoluzione umana, ma nel primo momento della sua esistenza. L'osservazione porta a scoprire la mancanza di libertà. La libertà risiede nella consapevolezza priva di scelta della vita quotidiana. Il pensiero è tempo. Il pensiero nasce dalle esperienze e dalle conoscenze, che sono inseparabili dal tempo. Il tempo è il nemico psicologico dell'uomo. Il nostro agire si basa sul conosciuto e quindi sul tempo, e così l'uomo è continuamente schiavo del passato. Diventando consapevoli del movimento della coscienza, possiamo osservare la divisione tra il pensatore e il pensiero, tra osservatore e osservato, tra il soggetto dell'esperienza e l'esperienza. Scopriremo che questa divisione è illusoria. Allora rimane la pura osservazione, che è intuizione senza residuo del passato. L'intuizione priva di tempo induce un profondo e radicale cambiamento nella mente. La negazione totale è l'essenza della positività. Dove c'è negazione di tutto ciò che non è amore (cioè desiderio e piacere), allora c'è amore, con la sua compassione e intelligenza.
Krishnamurti indicò sempre l’urgente bisogno di rimanere aperti a quel “vasto spazio del cervello in cui c’è un’energia inimmaginabile”. Questa sembra essere stata la fonte della sua creatività e la chiave di volta della sua capacità di attrarre un gran numero di persone tanto diverse tra loro.
K. continuò a parlare in tutto il mondo fino alla sua morte, avvenuta nel 1986, all’età di novant’anni. I suoi discorsi e dialoghi, i diari e le lettere, sono stati raccolti in più di sessanta volumi.